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Carceri, l’Italia condannata da Strasburgo: “Trattamento detenuti inumano”

La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo condanna il nostro Paese per il problema del sovraffollamento delle carceri: i detenuti costretti in celle troppo piccole, per sette di loro l’Italia deve pagare un ammontare totale di 100mila euro per danni morali.
A cura di Susanna Picone
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La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo condanna il nostro Paese per il problema del sovraffollamento delle carceri: i detenuti costretti in celle troppo piccole, per sette di loro l’Italia deve pagare un ammontare totale di 100mila euro per danni morali.

L’Italia deve porre rimedio immediatamente al problema del sovraffollamento delle carceri. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha condannato (per la seconda volta, la prima condanna risale al luglio del 2009) il nostro Paese per il trattamento dei detenuti. L’Italia, secondo l’Europa, viola i diritti di quanti sono costretti a vivere in meno di 3 metri quadrati, un trattamento inumano e degradante che interessa 7 carcerati del penitenziario di Busto Arsizio e di quello di Piacenza. La magistratura di Strasburgo chiede dunque all’Italia di pagare ai sette detenuti un ammontare totale di 100 mila euro per danni morali e invita, appunto, a risolvere immediatamente il problema strutturale del sovraffollamento, incompatibile con la Convenzione Ue. Secondo quanto ha denunciato la Corte, i sette detenuti erano rinchiusi in gruppi di 3 in celle di 9 metri, appunto in uno spazio inferiore ai 3 metri quadrati. Strasburgo ha anche osservato che nella fattispecie le due carceri, in grado di accogliere non oltre 178 detenuti, nel 2010 ne ospitarono 376 arrivando a toccare un picco massimo di 415 detenuti contenuti. I giudici chiamano dunque l’Italia a risolvere il problema anche prevedendo pene alternative al carcere.

Intanto protestano anche le guardie carcerarie – Mentre da Strasburgo arriva la condanna per la condizione dei detenuti nelle carceri, in Italia va in scena anche la protesta delle guardie penitenziarie che per oggi avevano annunciato un presidio dinanzi alla sede centrale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a Roma per protestare contro i trasferimenti di sede che hanno colpito diversi delegati e iscritti all’organizzazione sindacale. Si tratta di provvedimenti che secondo l’Fp-Cgil giungono in seguito alle denunce riguardanti il distacco di personale di Polizia Penitenziaria pressi altri servizi e uffici centrali. Nel comunicato si legge che si tratta di “distacchi che pesano ulteriormente su un organico che dovrebbe contare su circa 45mila poliziotte e poliziotti, così come stabilito dal Dm dell’8 febbraio 2001 pensato per una popolazione di circa 37-38mila detenuti contro gli attuali 68mila”. A oggi, invece, sarebbero solo 37.500 le unità in servizio, 8mila agenti in meno a fronte di 30mila detenuti in più. Per supplire alle forti carenze il personale nelle carceri è dunque obbligato a effettuare molte ore di straordinario, spesso con doppi turni, subendo un ulteriore stress psicologico e fisico oltre a quello già opprimente causato dal sovraffollamento.

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