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Boschi: “Ho sbagliato a promettere l’addio alla politica in caso di sconfitta al referendum”

L’ex ministro dei Rapporti col Parlamento torna sulla “promessa” (poi non mantenuta) di abbandonare la vita politica nel caso di sconfitta della riforma della Costituzione al referendum: “Sono stata presa dall’entusiasmo di una battaglia in cui io ho creduto io e con noi c’era il 40% degli italiani”.
A cura di Redazione
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Credo di aver sbagliato nel momento in cui l'ho detto. Sono stata presa dall'entusiasmo di una battaglia in cui io ho creduto, come tanti italiani, perché il 40% degli italiani erano come me, hanno detto sì a quella riforma, anche se purtroppo non è bastato”. Con queste parole, pronunciate nel corso di una intervista ad Agorà Estate, l’ex ministro delle Riforme e dei Rapporti col Parlamento del Governo Renzi Maria Elena Boschi torna su uno dei più forti elementi di contestazione nei suoi confronti: il mancato rispetto della promessa di abbandonare la politica nel caso in cui la riforma della Costituzione che portava il suo nome non fosse stata approvata dagli italiani. Come noto, Boschi prese tale impegno assieme all’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della campagna elettorale per il referendum confermativo sulla riforma della Costituzione.

Alla vittoria schiacciante dei “No”, Matteo Renzi si dimise da segretario del Partito Democratico e da Presidente del Consiglio, al contrario di quanto fece Maria Elena Boschi, che fu addirittura promossa come sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio del Governo Gentiloni e, in seguito, candidata all’uninominale nel collegio blindassimo di Bolzano (e con paracadute sicuro nel proporzionale).

Secondo qualche analista, Boschi ora potrebbe essere uno dei nomi per la segreteria del partito avanzati dalla componente renziana. Lei spiega: “Non è importante se sia io a candidarmi o meno, la cosa che conta è non ripetere gli errori del passato, come quando Renzi è diventato segretario con 2 milioni di voti e dal giorno dopo ha subito attacchi dall’interno del nostro partito. A guidare il PD potrebbe essere una donna, non lo escludo, ma saranno gli iscritti a scegliere in modo molto democratico”.

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