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Bonino attacca: “I marò non sono terroristi, pronta una reazione”

Il Ministro degli esteri contraria all’uso del Sua Act nel processo ai marò: “Lo stato italiano non è terrorista, tutte le opzioni sul tappeto”
A cura di Antonio Palma
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“I due marò non sono terroristi e la loro detenzione è inaccettabile”, così è partito il contrattacco diplomatico del Ministro degli Esteri Emma Bonino dopo le notizie di stampa su un possibile ricorso al Sua Act da parte del governo indiano contro i nostri due fucilieri di marina. "Se si venissero a confermare queste indiscrezioni, si creerebbe una situazione inaccettabile perché i nostri marò non sono terroristi, né è terrorista lo Stato italiano" ha ribadito Bonino dando sfogo alla sua indignazione dopo che ieri aveva già preso posizione sul caso. "Questo che sta accadendo per noi è inaccettabile" ha proseguito il Ministro, rivelando: "Abbiamo parecchi assi nella manica, che saranno valutati con calma, gradualità e determinazione". Parlando ai microfoni della Rai poi ha annunciato una reazione rapida da parte delle autorità italiane. Se domani il giudice della Corte suprema dovesse decidere un altro rinvio, o i marò processati per terrorismo, "tutta la macchina di reazione si metterà in moto" ha dichiarato Bonino, avvertendo: "Tutte le opzioni saranno messe sul tappeto, facendo leva sulle alleanze e sulla solidarietà europea e internazionale, che abbiamo costruito in questi mesi e che non era affatto scontata perché l'India è un grande Paese con legami e solidi con tantissimi Paesi".

Niente politicizzazione – Una cosa però il Ministro ha preferito mettere in chiaro, nessuna politicizzazione del caso dei due marò è accettabile. Rispondendo ad una domanda su problemi connessi alla campagna elettorale in India, infatti Bonino ha detto: "Politicizzare i casi è una tentazione che hanno in molti, certamente è vero che l'India è in campagna elettorale e queste sono ricostruzioni anche plausibili. Ma il punto è un altro, il punto è lo stato di diritto e la legge. Comunque siano le cose, le elezioni da noi o da loro, ciò non deve essere fatto pagare sulle spalle dei marò".

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