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Biotestamento, le ultime battute prima dell’approvazione: domani il voto finale in Senato

Il rapporto medico-paziente, il diritto all’obiezione da parte degli ospedali, la sovrapposizione di idratazione e alimentazione al concetto di “terapia”. Sono questi i punti più controversi della legge sul Biotestamento. Il voto finale potrebbe arrivare giovedì 14.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'accidentato percorso della legge sul fine vita potrebbe finalmente arrivare a una svolta. Dopo le dimissioni della relatrice del provvedimento, il presidente della Commissione Sanità del Senato Emilia De Biasi (Pd), la legge ha iniziato il suo iter in Aula martedì 5 dicembre. Le dichiarazioni di voto sono previste per giovedì 14; poi ci sarà il voto finale. Il Pd vuole votare la legge entro la settimana senza modificare il testo licenziato dalla Camera. I numeri per farlo ci sono visto che la Sinistra e il M5S l'appoggiano.

Ben 173 emendamenti, sui 3005 presentati, sono stati dichiarati improponibili. Le proposte di modifica sono state presentate soprattutto da Ap e dalla Lega di Salvini, e ne sono già state cassate diverse grazie ad alcuni "canguri" messi a punto per sfoltirle ed evitare l'ostruzionismo: al momento resterebbero ancora circa 500 voti da fare, di cui 35 a scrutinio segreto. Con il canguro si possono infatti raggruppare gli emendamenti uguali o analoghi, per cui una volta bocciato il primo decadono automaticamente tutti gli altri. Il primo tomo di emendamenti, di 552 pagine, è stato di fatto eliminato e ora si stanno votando le proposte di modifica contenute nel secondo tomo che è di 492 pagine.

Quali novità introduce la legge

La legge dal titolo "Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento", tecnicamente non ha nulla a che vedere con l'eutanasia o con il suicidio assistito. Queste parole di fatto non compaiono mai negli otto articoli della legge. Lo specifica fermamente anche la senatrice De Biasi: "Siamo ad un passo dall'approvazione di una legge importantissima e molto attesa. È una legge per la vita che non parla di eutanasia. Spero che in ciascun gruppo, anche in quelli che hanno manifestato pareri contrari, ci sia chi deciderà di votarla". Si tratta invece di concedere al paziente la possibilità di dare anticipatamente il proprio consenso all'interruzione di alcune terapie, quando diventano un inutile accanimento terapeutico. Questa legge permetterebbe quindi di interrompere una situazione cronica di malattia, quando il paziente non è più cosciente, garantendo comunque la terapia del dolore fino alla sedazione profonda continuata.

Nella legge si parla di Dat, ovvero di "disposizioni anticipate di trattamento", che ognuno potrà compilare per rifiutare o accettare le terapie, comprese nutrizione e idratazione artificiale, lasciando anche al medico la possibilità di assecondare le volontà del paziente o di far valere l'obiezione di coscienza. Funziona così: viene segnalata una persona di fiducia (fiduciario) che farà le veci del malato e lo rappresenterà nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Nel caso si tratti di minori, il consenso informato, che è la condizione basilare per ricevere un trattamento sanitario, verrà firmato da un genitore, dal tutore o dall'amministratore di sostegno. Il consenso informato, attraverso cui si esprime la volontà del paziente, può essere revocato in qualsiasi momento.

I punti della legge che dividono

Il concetto della sovrapposizione tra terapia, nutrizione e idratazione assistite ha fatto sorgere più dubbi tra i detrattori della legge. Secondo l'articolo 1, comma 5, esse sarebbero infatti assimilabili. Ma coloro che hanno posizioni più distanti dal testo ritengono che la nutrizione e l'idratazione non andrebbero considerate alla stregua di una terapia, dal momento che in alcuni casi sarebbe la condizione stessa del malato ad impedirgli di sostentarsi in autonomia. Mentre l'interruzione di cibo e acqua lo condurrebbero a morte certa. L'emendamento, a prima firma Gaetano Quagliariello (Idea), che riguardava proprio quest'aspetto è stato respinto con voto segreto: i "no" sono stati 163, 80 i "sì" e 2 gli astenuti.

C'è poi la questione del diritto del medico. Su questo aspetto secondo alcuni la legge sarebbe troppo generica. Non si specifica infatti il diritto all'"obiezione", l'espressione usata nel testo non lo chiarirebbe: "A fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali". A questo proposito il comma 6 prevede che "Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario e di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale".

Altro nodo controverso è il diritto garantito per il paziente di cambiare idea in qualsiasi momento, modificando le disposizioni sul fine vita che ha comunicato all'inizio della malattia. Ma nessuno potrebbe essere certo che nel momento in cui viene applicato il biotestamento non ci sia stato un passo indietro: a quel punto l'infermo potrebbe non essere più in grado di comunicare la sua volontà di continuare a ricevere le cure. 

Le strutture sanitarie poi, come a esempio quelle cattoliche, secondo questa legge potrebbero essere costrette ad applicare le nuove norme, anche se dovessero andare contro i propri principi. Recita il testo: "Ogni struttura sanitaria pubblica o privata garantisce con proprie modalità organizzative la piena e corretta applicazione". Secondo la legge gli ospedali sarebbero quindi obbligati a garantire la prestazione richiesta.

A chi non piace il Biotestamento?

Per il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi (Energie per l'Italia), il voto segreto si è reso necessario per permettere ai cattolici di votare secondo coscienza: "La legge d'altronde sconvolge tutto il tradizionale rapporto tra medico e paziente e lo stesso orientamento alla vita del servizio sanitario nazionale. Con la legge anche coloro che non sottoscriveranno Dat saranno a rischio di abbandono se hanno perso coscienza per la necessaria verifica preventiva circa la esistenza di una loro dichiarazione e, anche in assenza di essa, per il timore del medico di responsabilità connesse alle eventuali conseguenze negative di una rianimazione". 

"Votare, in libertà di coscienza, non significa boicottare la legge ma correttamente emendarla per realizzare virtuosamente la relazione di cura medico-paziente che la legge richiama – ha detto in una nota il senatore Lucio Romano, vice presidente della Commissione Politiche dell'UE e già presidente nazionale di Scienza e Vita – "Emendare, quindi, per realizzare l'alleanza terapeutica e proporzionalità delle cure, senza abbandoni o accanimenti". 

"Con questa legge quanti casi Eluana Englaro avremo e quanti minori potranno essere lasciati morire negando loro idratazione e alimentazione, sulla base di una decisione di un magistrato in caso di contrasto tra il rappresentante legale di un minore e i medici?", ha chiesto provocatoriamente Carlo Giovanardi di Idea Popolo e Libertà.

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