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Berlusconi lascia? Fuochi d’artificio sui mercati

Berlusconi si dimette? Il premier smentisce i rumors ma Piazza Affari sembra credeci e torna a correre. La settimana potrebbe risultare ricca di possibili colpi di scena a partire da domani.
A cura di Luca Spoldi
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flash mob studenti contro governo

Prima seduta di una settimana che potrebbe essere decisiva per le sorti del governo italiano, che il mercato percepisce essere stato sostanzialmente “commissariato” da Fmi e Ue al termine del G20 di Cannes della scorsa settimana e dopo che il premier greco George Papandreou, dopo aver “minacciato” un referendum sul piano di salvataggio della Grecia ha accettato di farsi da parte, dando spazio a un governo di “unità nazionale” che farà le riforme richieste dai creditori internazionali di Atene (la “troika” Ue-Fmi-Bce ha subito fatto sapere che la sesta tranche di aiuti, da 8 miliardi di euro, “congelata” in vista del possibile referendum, sarà ora regolarmente erogata).

L’ipotesi sembra tentare gli investitori anche nel caso dell’Italia, da giorni sotto schiaffo e giudicata su un sentiero pericolosamente simile a quello di Atene, tanto che quando in mattinata su Twitter giornalisti del peso di Giuliano Ferrara e Franco Bechis rilanciano l’ipotesi di prossime dimissioni del premier Silvio Berlusconi il listino milanese, sino a quel momento in calo di oltre l’1,5%, inverte la rotta e arriva a guadagnar oltre due punti percentuali in meno di un’ora, prima che ulteriori dichiarazioni attribuite allo stesso Berlusconi smentiscano l’ipotesi, per ora, inducendo gli investitori a prendere parzialmente profitto.

Se a Piazza Affari il finale è comunque positivo coi principali indici in recupero di oltre un punto percentuale, la cronaca della giornata è sintetizzata con maggiore efficacia dall’andamento dello spread Btp-Bund che sulla distanza dei 10 anni apre a 455 punti base, poi sale sino a 491 punti, quindi scende sino ai 465 punti, per poi tornare a salire e chiudere sui 485 punti base, mentre il Cds (Credit default swap) Italia a 5 anni (ossia il costo per assicurarsi dal rischio di un fallimento del Tesoro italiano) chiude in salita a 517 punti base, poco sotto il massimo di 520 punti base visto in giornata.

La settimana promette altri fuochi d’artificio, anche perché da un lato ci sono alcuni dati macroeconomici poco o nulla rassicuranti per l’Europa (a settembre il volume delle vendite al dettaglio è calato rispetto ad agosto dello 0,7% nell’area dell’euro, mentre su base annua il calo è pari all’1,5%) e per la Germania (la produzione industriale a settembre cala del 2,7% contro previsioni di -0,4%), dall’altro se il governo non dovesse cadere già domani alla Camera, dove l’esecutivo pare voler porre la fiducia sulla legge di stabilità e sul maxi-emendamento alla manovra con cui si cercherà di dare sostanza alla lettera di buone intenzioni presentata a Ue e Bce (eventualmente preannunciando le dimissioni e l’intenzione di andare a elezioni anticipate in caso di voto negativo), un ulteriore testa sarà rappresentato giovedì dall’asta di Bot (5 miliardi di euro a un anno, contro i 6 in scadenza e senza che venga offerto alcun titolo a 3 mesi) ed eventualmente lunedì prossimo dall’asta di Btp (scadenze 2011 e 2016, per importi ancora da definire).

Intanto dai grandi investitori internazionali continuano a giungere letture a volte contrastanti di quanto sta accadendo sui mercati: così se il gruppo finanziario statunitense Jefferies, messa sotto pressione la scorsa settimana dalla bancarotta di MF Global (broker con ambizioni da banca d’affari che aveva pesantemente scommesso sui bond di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, i “PIIGS” europei), ha fatto sapere in una nota di aver più che dimezzato la propria esposizione cedendo 1,1 miliardi di dollari di posizioni lunghe e corte, senza “significativi profitti o perdite ad oggi sulla posizione rimanente”, Berkshire Hathaway, la holding d’investimento del “guru” di Wall Street Warren Buffett, sembra muoversi in direzione opposta, ossia voler approfittare della crisi per rimpinguare il portafoglio e ampliare il raggio dei suoi investimenti, in questi ultimi anni tradizionalmente concentrati in aziende finanziarie e di beni di largo consumo.

Buffett ha infatti acquistato nel corso del terzo trimestre qualcosa come 23,9 miliardi di dollari (di cui 7 miliardi in titoli azionari ed equivalenti), ovvero il massimo importo mai investito in un trimestre negli ultimi 15 anni. Così a qualcuno inizia a venire il dubbio che, se la Grecia dovesse evitare un default che ad oggi i mercati danno comunque ancora pressoché per certo, o se l’Italia dovesse riuscire a voltar pagina e varare finalmente quelle riforme necessarie a far ripartire la crescita che i governi degli ultimi 15 anni non sono stati in grado di realizzare, forse scommettere oggi sui Btp italiani (che a 10 anni rendono ormai poco meno del 6,5% annuo lordo) o sulle azioni delle migliori e più internazionalizzate aziende tricolori, da Eni a Luxottica, da Lottomatica ad Autogrill, da Telecom Italia a Campari, forse il rischio non solo varrebbe la candela ma potrebbe nel giro di qualche mese o anno portare a notevoli soddisfazioni.

Sempre che non prevalga il gattopardismo italiano per cui tutto deve apparentemente cambiare solo perché nulla cambi realmente, nel qual caso la fiducia degli investitori internazionali, già ai minimi termini, potrebbe venir definitivamente meno con conseguenze immaginabili sui mercati e sull’economia italiana.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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