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Berlusconi dice addio al PdL (ed a Alfano): ecco Forza Italia 2.0

L’annuncio dopo le primarie del centrosinistra. Troppi i dissapori col segretario pidiellino. Ad accompagnare il nuovo partito del Cav dovrebbero essere personalità legate al «mondo dell’imprenditoria» e dalla «società civile». E poi c’è un asso nella manica …
A cura di Biagio Chiariello
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berlusconi e monti

Dopo mesi di attesa, tra annunci, ritrattazioni e smentite, Silvio Berlusconi è pronto a rompere gli indugi: Addio Pdl, si torna a Forza Italia. Il Cavaliere sarebbe, dunque, pronta alla nuova ridiscesa in campo alla guida di un soggetto politico nuovo di zecca. O quasi: «Forza Italia, stesso simbolo e stesso jingle del ’94 – scrive Adalberto Signore  su Il Giornale – .Già pronto un elenco di nomi potenziali da inserire nelle liste: i pochi "sal­vabili" dentro il Pdl e molti volti nuovi che non hanno mai messo piede in Parlamento». L'annuncio, dunque, potrebbe arrivare già nella prossima settimana. C'è chi parla addirittura di domenica o al massimo lunedì, quando si conoscerà l'esito delle primarie del centrosinistra Pd. Ad accompagnare la nuova Forza Italia (o Italia che Lavora), scrive il Corriere della Sera, ci dovrebbero essere personalità legate al «mondo dell’imprenditoria» e dalla «società civile». Certo, non mancheranno i soliti fedelissimi come Daniela Santanchè e Michaela Biancofiore, che proprio, qualche giorno fa, all'uscita da Palazzo Grazioli ha affermato: «Berlusconi sta ragionando su un nuovo soggetto politico».

Una sorta di Forza Italia 2.0, dunque, il cui obiettivo sarebbe quello di scindere il movimento politico del centrodestra dal partito di Angelino Alfano e le sue primarie, che all'ex premier non sono mai piaciute. Ciò, però – fa notare il Corsera -rischia di «tradursi in un divorzio accompagnato da amari contenziosi sull'eredità più importante, quella dell'elettorato di centrodestra che si è andato sempre più assottigliando nei sondaggi. Con Berlusconi certo di avere la meglio: "Vedremo, alla fine, la gente chi seguirà"». E a seguirlo potrebbe essere anche Sgarbi che ieri sera ha manifestato, chiaramente, il suo disappunto per la scelta di Alfano rendere, indirettamente, incandidabili alle primarie del PdL gli indagati. Il critico d'arte si è  detto «disgustato» dalle parole del segretario che «precluderebbero la competizione al fondatore del suo partito, Silvio Berlusconi, indagato e condannato».

Contro Berlusconi si sono però schierati recentemente anche i cinque "sciossionisti" (Bertolini, Stracquadanio, Pecorella, Tortoli e Stradella) che hanno lasciato il PdL per fondare “Italia Libera”. Insomma, una sorta di uno-contro-tutti. In queste condizioni, è ovvio che il Cavaliere non si aspetta di avere gli stessi voti dell'anno di grazia 1994. Ma l'ex premier avrebbe già l'asso nella manica: Mario Monti. Al di là delle critiche mai nascoste nei confronti del Governo dei tecnici, l'apprezzamento  per il Prof non è mai mancato. Berlusconi gli ha già proposto di «federatore» dei moderati» in grado di fermare per contrastare  «il comunismo che riavanza» impersonificato in Bersani. Ma se vince Renzi? Le cose, in quel caso, potrebbero cambiare, sia a sinistra che a destra. Ecco perché Berlusconi ha scelto di dare il suo annuncio, dopo le primarie del Pd.

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