Zangrillo (ospedale San Raffaele): “Tempesta infiammatoria nei malati, non è solo polmonite”
Sin dallo scorso dicembre, quando i primi casi di nuovo coronavirus sono apparsi in Cina, si è parlato di una “misteriosa” polmonite. Una malattia che sicuramente è una costante per i malati gravi di Covid-19, ma gli esperti sono d’accordo che si tratta solo della punta dell’iceberg. La polmonite “è una costante, non vi è malato che non ce l'abbia” – puntualizza all'AdnKronos Salute Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'ospedale San Raffaele di Milano – ma il coronavirus colpisce anche altri organi e apparati. Parlando anche delle fake news che si trovano in rete riguardo, ad esempio, presunte cure e farmaci già esistenti per il coronavirus, Zangrillo spiega che la questione è più complessa di come viene presentata.
Polmonite è solo l'aspetto più evidente dei casi gravi
"Non è che abbiamo preso un abbaglio" nelle terapie intensive d'Italia – ha chiarito il medico – dicendo che è scorretto dire che questi malati semplicemente muoiono di coagulazione intravascolare disseminata, piuttosto che di infarto, o altre cose: “Il trattamento di Covid-19 rimane difficilissimo e non deve mai essere banalizzato". “Quello che stiamo notando da tempo e che evidentemente verrà scritto presto, ma nel frattempo ci è utile per rendere sempre più efficace il trattamento, è che la polmonite è solo l'aspetto più evidente dei casi gravi che giungono in terapia intensiva. È una costante, non vi è malato che non ce l'abbia”, però “nel mio istituto abbiamo eseguito Tac total body a ogni singolo paziente e quello che stiamo vedendo è una tempesta infiammatoria, che ha come target non solo il polmone ma anche tutta un'altra serie di organi e apparati. Soprattutto l'endotelio, la parte interna dei vasi". Zangrillo ha detto che in una percentuale significativa di casi esiste evidenza di manifestazioni tromboemboliche che peggiorano il quadro: “Non è infatti da oggi che diciamo che non ci troviamo di fronte alla classica polmonite, ma a qualcosa di più complesso e differente, molto più sistemico".
Corretta terapia domiciliare è fondamentale
Il medico del San Raffaele ha spiegato che ormai sono chiare le caratteristiche della popolazione più esposta e cioè in particolare gli ultra 65enni, ipertesi e sovrappeso. Quanto agli anziani, "senza voler incolpare nessuno – così lo specialista di Milano – c'è stato forse un difetto di coordinamento a livello di territorio. Queste persone, quando arrivano in pronto soccorso in una situazione in cui sono già allo stremo, bisogna sottoporle a terapie invasive come la ventilazione meccanica ed è indubbio che è tollerata molto più difficilmente da un soggetto anziano. Quindi, non è che si fa una scelta su chi curare, non facciamo alcuna discriminazione anagrafica. Cerchiamo di proteggere le popolazioni più fragili. Questa è una garanzia. Prendiamo in carico gli anziani a domicilio, iniziamo a capire che una corretta terapia domiciliare è fondamentale".