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Zaky, a Scarlett Johansson risponde la sorella: “Grazie per i riflettori su mio fratello”

A Fanpage.it Marise Zaky, sorella di Patrick, risponde al video pubblicato da Scarlett Johansson. “Siamo in pericolo ogni giorno, ma l’attenzione dell’opinione pubblica ancora accesa su mio fratello è l’unica arma che abbiamo per evitare che il governo sfugga alle sue responsabilità” ha detto ancora la ragazza, ringraziando l’attrice per l’impegno nel propagandare la causa.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Scarlett Johansson non è solo una stella di Hollywood, ma è da sempre molto impegnata nel sociale e politicamente schierata. Questa volta ha deciso di registrare un appello su Youtube per chiedere la scarcerazione immediata di Patrick Zaky e di altri tre membri della Ong Eipr. Zaky è detenuto ormai da mesi in Egitto con l'accusa di diffusione di fake news sul web per destabilizzare il governo. La sorella dell'attivista, Marise Zaky ha espresso a Fanpage.it grande gratitudine alla stella del cinema per il video da lei registrato.

"Un'attrice di fama internazionale che mette la faccia in un video così forte mette il nostro dramma alla portata del grande pubblico – spiega Marise -. Grazie a Scarlett Johansson in questo momento e a tutti coloro che la seguiranno, la storia di mio fratello Patrick è ora anche davanti agli occhi di ragazzi giovani che magari non ne erano a conoscenza. Con pochi minuti di filmato ha sbattuto mio fratello e la sua condizione in prima pagina, contribuendo a tenere i riflettori accesi su di lui. In una situazione di pericolo come quella che io e la mia famiglia stiamo vivendo in Egitto, una luce accesa sul carcere nel quale è rinchiuso Patrick è vitale per garantire la sua sopravvivenza e soprattutto la sua liberazione al più presto".

Marise spiega poi che sebbene il supporto della Johansson sia di valore prettamente morale, potrebbe segnare una via importante per le altre star di Hollywood e per coloro che vanno a vedere i suoi film al cinema. "La cosa più importante che abbia fatto in questo momento è stata informarsi su quanto sta accadendo e accendere la telecamera senza che nessuno le abbia chiesto di farlo – spiega ancora -. Online è raro che i giovanissimi chiedano di esprimersi riguardo alla prigionia di mio fratello. Certo, tutte le star oggi sono chiamate ad impegnarsi, è difficile però che un ragazzino chieda di sapere qualcosa in più di Patrick e il fatto che lei lo abbia messo in cima alla sua agenda è importante. Apprezzo molto il suo gesto, lo apprezza la mia famiglia e tutti coloro che da tempo lavorano alla liberazione di Patrick. Ogni giorno per noi potrebbe essere l'ultimo e l'unica cosa che ci permette di sperare è il riflettore puntato sulla prigione di mio fratello, per accertarsi che nessuno sfugga alle proprie responsabilità".

L'arresto di Patrick Zaky

Patrick Zaky è ormai detenuto da otto mesi. La sua custodia cautelare in carcere al Cairo era stata rinnovata per altri 45 giorni nel mese di novembre nonostante l'arresto prosegua senza effettive prove che concretizzino le accuse a lui rivolte. Il giovane attivista dovrebbe rispondere di propaganda terroristica contro lo Stato tramite la diffusione di fake news. Era stato fermato mentre tornava in Egitto per trascorrere qualche giorno con i genitori a Mansoura, la sua città natale. Avrebbe dovuto restare in carcere per 15 giorni, per permettere un approfondimento delle indagini e invece è ancora recluso a Tora, città a sud del Cairo. A causa della pandemia da Coronavirus, le visite sporadiche dei familiari sono diventate ancora più rare.

Anche l'Ong di Patrick è finita poi nel mirino. L'ultimo arrestato è Gasser Abdel Razak, direttore esecutivo dell'Egyptian Initiative for Personal Rights (Epir). A dare la notizia è stata l'organizzazione stessa in un tweet, aggiungendo che il dirigente è stato prelevato nella sua abitazione a Maadi, un quartiere a sud del Cairo, e portato in una località sconosciuta.

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