“Yara uccisa per vendetta”, un testimone confermerebbe la tesi di Bossetti

“Non sono stato io ad uccidere Yara Gambirasio, in cantiere dicevano tutti che Yara era stata uccisa per una vendetta contro il padre Fulvio Gambirasio”, così nei giorni scorsi Massimo Giuseppe Bossetti – l’uomo da un mese in carcere con l’accusa di aver ucciso la 13enne di Brembate Sopra – si è difeso davanti agli inquirenti. L’omicidio di Yara Gambirasio dunque legato a una vendetta, almeno secondo Bossetti. La novità è che quella del muratore di Mapello sarebbe una tesi che ora avrebbe trovato qualche conferma. Ci sarebbe un testimone, una persona vicentina, che avrebbe infatti parlato, come Massimo Giuseppe Bossetti, di una vendetta alla base dell’omicidio di Yara. A parlare della presenza di questo testimone è stato l’avvocato di Vicenza Agron Xhanaj, legale dell'Associazione “Vite Sospese” e anche della famiglia di Francesca Benetti, la donna scomparsa da mesi nel grossetano. L’avvocato Xhanay ha reso noto di aver inviato ieri alla segreteria del pm Letizia Ruggeri indagini difensive che conforterebbero la versione riferita dall'indagato. “Si tratta di sommarie informazioni rilasciate da una persona del vicentino che riferisce di circostanze apprese ad una settimana di distanza dalla scomparsa di Yara – così il legale – informazioni che coincidono con la motivazione della vendetta che l'indagato Bossetti ha fornito al Pubblico Ministero”.
Le dichiarazioni del testimone a difesa di Bossetti
L’avvocato non ha fornito molti dettagli sul presunto testimone del caso Yara, neppure se si tratta di un uomo o di una donna. “Posso solo dire – ha continuato – che nei giorni successivi alla scomparsa di Yara questa persona era nella zona, non per motivi di lavoro, e che è venuta a conoscenza di circostanze avvalorate anche da altre persone”. L’avvocato di Vicenza ha spiegato che questa persona che si è rivolto a lui non aveva dato importanza alle informazioni in suo possesso ma quando ha letto che anche Bossetti aveva accennato all’ipotesi della vendetta ha rivalutato quelle circostanze e ha deciso di riferirle. Non ci sarebbe comunque alcun collegamento tra il vicentino e il presunto assassino Massimo Giuseppe Bossetti.
Bossetti da un mese in carcere, pm verso giudizio immediato
Intanto, a un mese esatto dall’arresto, Massimo Giuseppe Bossetti continua a ribadire la sua innocenza. Il muratore di Mapello si trova dal 16 giugno nel carcere di Bergamo con un’accusa pesantissima, quella di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio. Dal giorno dell’arresto la sua versione si “adatta” ai nuovi elementi che si aggiungono al quadro indiziario contro di lui. Contro di lui c’è soprattutto la prova del Dna che potrebbe portare la Procura di Bergamo a chiedere, magari già prima dell'estate, il giudizio immediato. La richiesta di giudizio immediato da parte del pubblico ministero avviene quando la prova appare evidente e la richiesta al gip deve essere inoltrata, salvo eccezioni, entro novanta giorni dalla iscrizione della notizia di reato. In questo caso il pm Ruggeri potrà chiedere al gip di saltare l'udienza preliminare, accorciando i tempi per arrivare al processo e consentendo così alla famiglia di Yara Gambirasio di avere una verità giudiziaria a quasi quattro anni dal delitto.