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Vongole e telline a rischio a causa dei cambiamenti climatici: l’allarme dei pescatori italiani

L’erosione delle spiagge – causata anche dai cambiamenti climatici e dagli eventi meteorologici sempre più estremi e violenti – e l’aumento degli interventi di ripascimento stanno mettendo a rischio vongole, lupini, fasolari, cappelunghe e telline. A lanciare l’allarme Fedagripesca-Confcooperative.
A cura di Davide Falcioni
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L'erosione delle spiagge – causata anche dai cambiamenti climatici e dagli eventi meteo sempre più estremi – e l'aumento degli interventi di ripascimento stanno mettendo a rischio vongole, lupini, fasolari, cappelunghe e telline. L'erosione, in particolare, è un fenomeno che ha interessato oltre il 70% del litorale italiano, dove è stata riportata la sabbia che va perduta per l'azione delle onde e delle correnti marine. "Dopo un ripascimento le specie che vivono più a ridosso della costa spariscono per due anni, tanto ci vuole perché si creino nuovi insediamenti", spiega all'Ansa Fedagripesca-Confcooperative nel fare il punto della situazione.

Fedagripesca spiega che nei prossimi mesi il mare diventerà un cantiere a cielo aperto dove recuperare milioni di metri cubi di sabbia da spostare sulle spiagge per effettuare un ripascimento: intervento simile a quello effettuato dopo le mareggiate che devastarono le coste nell’ottobre 2018 e in primavera del 2019. A preoccupare gli operatori del comparto sono i prelievi massicci di sabbia in mare dove sono presenti fauna e habitat importanti per l’ecosistema marino e per l’economia ittica; a questo si aggiungono le diverse opere infrastrutturali in programma in vista della nuova stagione turistica. “Ben vengano interventi a difesa dell’economa turistica”, spiegano i consorzi di gestione veneti, regione che detiene il polo d'eccellenza per la pesca ai molluschi, “ma se non tengono conto dell’impatto sui sedimenti e sulla risorsa ci sarà la chiusura di centinaia di imprese”.

Le conseguenze dei ripascimenti si riverseranno sugli operatori del settore in tutta Italia. Ogni volta che si interviene con spostamenti di sabbia la pesca ne risente, spiega l’associazione, perché la sabbia viene presa in mare dove c’è, spesso anche a largo, e non sempre è lo stesso tipo che si trova a ridosso della riva. Un danno che raddoppia, conclude Fedagripesca-Confcooperative, "perché se da un lato con il ripascimento si distrugge temporaneamente l’habitat costiero di alcune specie, nelle aree dragate, il fondale potrebbe essere modificato al punto da interferire con la pesca a strascico, compromettendone le reti”.

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