“Violentata sui lettini della spiaggia”: così è stato incastrato l’aggressore della 18enne italiana in Albania

Una vacanza con gli amici sulla costa di Durazzo, in Albania, doveva essere un’occasione di svago, leggerezza e scoperta. Per una diciottenne veneta, invece, quella notte si è trasformata in un incubo che ha scosso l’opinione pubblica di due Paesi.
All’alba di venerdì, quando la spiaggia era ancora deserta e il sole appena affiorava dal mare, la giovane – originaria di Campagna Lupia, in provincia di Venezia – è stata aggredita e violentata su uno dei lettini dell’hotel in cui alloggiava con la comitiva. Un episodio brutale che ha gettato ombre sulla sicurezza delle località turistiche albanesi, meta sempre più frequentata dagli italiani.
La notte della violenza in Albania
Secondo il racconto fornito agli inquirenti, la ragazza aveva trascorso la serata con gli amici tra risate e qualche drink. Rientrata in albergo con un’amica, poco dopo aveva deciso di scendere di nuovo in spiaggia, a pochi passi dalla struttura, cercando forse un momento di solitudine. Proprio lì è stata sorpresa da un uomo che l’ha avvicinata e, nonostante la sua resistenza, l’ha costretta a subire una violenza sessuale.
“Ho provato a difendermi, ma nonostante la mia opposizione mi ha aggredita”, ha raccontato ai poliziotti la giovane, assistita da uno psicologo. Non c’erano testimoni: il lido del quartiere 13 di Durazzo, a quell’ora, era immerso nel silenzio.
Le indagini e l’arresto di Leonard Preza
La denuncia immediata ha permesso agli investigatori di muoversi in fretta. Gli agenti hanno raccolto le prime dichiarazioni della ragazza e acquisito le immagini delle telecamere della zona. È stato proprio grazie a questi filmati che gli investigatori sono riusciti a risalire a un volto noto: quello di Leonard Preza, 26enne albanese con precedenti per furto e possesso illegale di armi.
Individuato e fermato, il giovane ha negato ogni violenza, sostenendo che il rapporto fosse consenziente. Ma la versione dell’uomo è stata smentita dai riscontri clinici. In ospedale, infatti, i medici hanno riscontrato ecchimosi, lividi sul collo e segni compatibili con un’aggressione. Elementi che, secondo gli inquirenti, confermano pienamente la testimonianza della vittima.
Il racconto della ragazza sotto choc
La giovane turista, ancora sconvolta dall’accaduto, ha collaborato con le autorità albanesi fornendo dettagli utili alle indagini. Ha parlato con coraggio, nonostante lo stato emotivo, e sarà presto di ritorno in Italia insieme alla sua famiglia.
La vicenda, riportata dai media locali e ripresa anche in Italia, ha riacceso il dibattito sul tema della sicurezza per le giovani donne in vacanza, specie nei contesti turistici e nelle ore notturne.
Non un caso isolato
L’episodio di Durazzo si inserisce in un contesto più ampio, dove gli abusi ai danni di turiste straniere non sono purtroppo casi isolati. Solo pochi giorni fa, a Catania, due ragazze ungheresi in vacanza sono state violentate da tre giovani di origine marocchina, tutti irregolari.
La dinamica, seppur diversa, resta segnata dalla brutalità. Le vittime avevano accettato un passaggio in van per rientrare in albergo, ma i tre le hanno condotte altrove, abusando di loro durante il tragitto. Una di loro, con prontezza, era riuscita a contattare la sorella in Ungheria, fornendo in lingua madre il numero di targa del mezzo. La segnalazione aveva permesso alle forze dell’ordine di rintracciare rapidamente il veicolo e fermare gli aggressori in un centro agricolo della provincia etnea.