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Violentata e seviziata per 11 anni dal compagno: “La teneva in un garage senza finestre”

Un uomo di 58 anni è stato arrestato per aver tenuto segregata, seviziandola e stuprandola per 11 anni, la compagna. Più volte, inoltre, il 58enne avrebbe aggredito la compagna, che teneva rinchiusa in un garage senza aperture, per farsi consegnare la pensione di invalidità del figlio autistico. La donna non aveva denunciato prima per timore che un intervento dei servizi sociali potesse portarle via il figlio.
A cura di Angela Marino
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Dovrà rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale l'uomo arrestato per aver tenuto segregata, sottoponendola a ogni genere di sevizie, la compagna cinquantacinquenne. È l'esito di un'indagine partita dalle denunce della donna e condotta da un pool di magistrati specializzati nella violenza di genere, che ha portato all'arresto del cinquantottenne. Come ha riferito ai magistrati, nel corso della loro relazione, durata ben undici anni, la vittima sarebbe stata "sottoposta a sevizie indicibili, soprusi che ne hanno minato la tranquillità psicologica e, più volte, purtroppo, anche l'integrità fisica".

La vittima ha raccontato agli inquirenti come l'uomo, "spalleggiato da uno dei suoi figli", l'avrebbe costretta "a lavorare nei campi e badare agli animali segregandola per dormire in un garage privo di aperture". Una condizione di schiavitù, insomma, quella vissuta dalla cinquantacinquenne che solo dopo anni di soprusi ha trovato la forza di farsi aiutare. Le violenze tuttavia, non si sarebbero limitate all'umiliazione e alle percosse, ma sarebbero andate oltre. Più volte, infatti, il cinquantottenne avrebbe aggredito fisicamente la convivente per farsi consegnare la pensione d'invalidità del figlio autistico. Per anni la cinquantacinquenne di origini rumene ha subito le violenze senza osare denunciare il suo aggressore per timore che un intervento degli assistenti sociali potesse portare all'allontanamento dei figli. Ora l'uomo è recluso in carcere in attesa della decisione dei magistrati.

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