Vibo Valentia, fu ucciso mentre camminava tenendo per mano il figlio: preso presunto killer

L’uomo che sparò e uccise Carmelo Polito davanti a suo figlio ha un nome. Dopo anni i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dai Sostituti Procuratori, Andrea Mancuso della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e Ciro Luca Lotoro della Procura di Vibo, hanno risolto un caso di omicidio che risale al 2011. Il presunto autore dell'omicidio di Carmelo Polito è Francesco Pannace, un uomo di trentadue anni già detenuto perché condannato per un altro delitto. Sarebbe stato lui, insieme a un complice, a uccidere Polito il primo marzo 2011 a San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia). L’uomo fu ucciso mentre camminava in pieno centro abitato tenendo per mano il figlio di sei anni. Due persone gli arrivarono alle spalle e uno sparò incurante della presenza del bambino. Contro la vittima cinque colpi di pistola calibro 7,65: il figlio testimone del delitto è scampato miracolosamente all’agguato.
L’omicidio di Carmelo Polito in un video scioccante
Le fasi dell'omicidio di Carmelo Polito sono state impresse in un video scioccante in cui si vedono i due sicari col volto coperto che arrivano correndo alle spalle della vittima e uno di loro che, giunto a pochi centimetri dall’uomo, gli spara alla schiena mentre lui tiene per mano suo figlio. Quando la vittima cade a terra, nel video si vede il killer che si avvicina e gli dà il colpo di grazia. Il tutto è avvenuto davanti agli occhi del bambino, rimasto a pochi centimetri di distanza dal padre che cadeva a terra senza vita. Quel terribile video, registrato dalle telecamere di sicurezza di un'officina meccanica, ha aiutato i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia a risalire agli autori del delitto. Le telecamere hanno anche ripreso il figlio della vittima, rimasto immobile accanto al cadavere fino all'arrivo dei carabinieri.
Le intercettazioni del presunto assassino di Polito
Esiste anche un’intercettazione ambientale che ha aiutato i carabinieri a risalire al presunto assassino. L’intercettazione è stata captata nell’auto intestata a quello che è ritenuto esponente di spicco dell’articolazione di ‘ndrangheta di San Gregorio. Pannace era l’autista del boss e l’effettivo utilizzatore dell’auto e qualche mese dopo l’omicidio di Polito, parlando con un giovane del posto, pronunciava una frase emblematica per le indagini: “Ma hai saputo che mi hanno inculato no?… perché ho ammazzato questo figlio di puttana”. All’affermazione, il suo interlocutore chiedeva: “Chi Polito?” e lui rispondeva: “Era pazzo! E così via per te, per me e per gli altri”. Un’altra conversazione ritenuta fondamentale per la ricostruzione del caso è avvenuta in carcere dove l’uomo si trovava per un’altra condanna. In quell’occasione indicava al cugino il luogo in cui aveva nascosto il passamontagna “vedi sotto quell’eternit appena scendi? Là sotto c’è un passamontagna”. L’attività di riscontro dei Carabinieri ha permesso di recuperarlo in quel luogo, all’ingresso della stradina d’accesso della proprietà del nonno.