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Va in ospedale per dolori addominali, le trovano un enorme tumore ovarico da 19 kg: salvata a Torino

L’intervento all’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino: a una paziente è stato asportato un tumore ovarico di dimensioni record di 19 chili.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Un enorme tumore ovarico dal peso di 19 chili è stato asportato a una donna di 54 anni all'ospedale Sant'Anna di Torino. L'intervento d'urgenza ha consentito di salvare la paziente.

Quattro anni fa alla donna, che vive nella provincia di Torino, era stata trovata una cisti ovarica di 7 cm, apparentemente priva di caratteristiche di malignità. L'assuefazione al dolore pelvico cronico non l’ha spinta a sottoporsi a controlli ravvicinati fino ad alcune settimane fa, quando la paziente si è presentata all'osservazione dei ginecologi dell'ospedale per una sensazione di peso e dolori addominali.

A quel punto la scoperta della massa di circa 40 cm che le occupava l'intero addome e il ricovero d’urgenza e l’intervento.

L’intervento è stato portato a termine con successo dai dottori Saverio Danese e Mario Guido Nicolosi, con il supporto della dottoressa Lucia Urti, dell’équipe anestesiologica della dottoressa Simona Quaglia. La tecnica utilizzata al Sant’Anna di Torino per salvarla è la laparotomia standard, poiché nel caso di dimensioni come quelle di questa paziente è l'unica che possa permettere l'asportazione completa nell'ipotesi di un tumore.

Per la paziente, gli esami avevano confermato che si trattava di neoplasia mucinosa ovarica al primo stadio. La possibilità di sopravvivenza a 5 anni per i tumori ovarici agli stadi iniziali è del 75 – 95%,  la percentuale scende al 40% per tumori diagnosticati in stadio molto avanzato.

"L'integrazione dei metodi diagnostici e l'intervento immediato ha cambiato nettamente la prognosi della paziente, restituendole un'ottima qualità della vita – il commento dei medici dell’ospedale torinese -. Questa storia insegna che le donne dovrebbero sempre rispettare i controlli ginecologici periodici e non sottostimare il dolore pelvico cronico per non arrivare a sviluppare una lesione così voluminosa".

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