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“Usate la papamobile per curare i bimbi di Gaza”: l’ultima richiesta di Papa Francesco prima di morire

L’ultimo desiderio di Papa Francesco prima di morire: usare la papambile per curare i bimbi di Gaza. Il Vaticano si è già mosso per realizzarlo: ha messo la vettura, utilizzata dal Pontefice nel suo viaggio in Terra Santa del 2014, a disposizione della Caritas di Gerusalemme, che la sta allestendo come stazione sanitaria mobile.
A cura di Ida Artiaco
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Papa Francesco a bordo della jeep bianca usata nel viaggio in Terra Santa.
Papa Francesco a bordo della jeep bianca usata nel viaggio in Terra Santa.
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Papa Francesco non ha mai dimenticato i più fragili ed anche negli ultimi momenti della sua vita ha avuto un pensiero per loro. Tra gli ultimi desideri espressi dal Pontefice, prima della morte verificatasi lo scorso 21 aprile per un ictus, ce ne è stato uno per i bambini di Gaza, da oltre un anno e mezzo vittime innocenti della guerra: "Usata la papamobile per curarli".

Così il Vaticano si è subito adoperato per realizzarlo e ha già messo la famosa jeep bianca papale, che sarà trasformata in una piccola stazione sanitaria mobile, a disposizione della Caritas di Gerusalemme, che la sta allestendo con l'aiuto di Caritas Svezia. "Con il veicolo, saremo in grado di raggiungere i bambini che oggi non hanno accesso, nel momento in cui il sistema sanitario di Gaza è quasi completamente al collasso", ha detto Peter Brune, segretario generale di Caritas Svezia.

Ora, la papamobile sarà gestita da un autista e da medici e al suo interno ci saranno attrezzature per la diagnosi, l'esame e il trattamento, tra cui test rapidi per le infezioni, kit di sutura, siringhe e aghi, fornitura di ossigeno, vaccini e un frigorifero per i medicinali. Quando il corridoio umanitario verso Gaza riaprirà, sarà pronto a fornire assistenza sanitaria di base ai bambini di Gaza. Si tratta della papamobile che Bergoglio aveva utilizzato nel suo storico viaggio in Terra Santa, nel 2014, quasi all'inizio del pontificato. Era rimasta a Betlemme come ricordo di quella visita ma anche un po' come simbolo di pace. 

Bergoglio ha sempre avuto a cuore la situazione a Gaza. Nell'ultima benedizione Urbi et Orbi della domenica di Pasqua, che è stata anche l'occasione della sua ultima apparizione pubblica prima del decesso, verificatosi solo qualche ora dopo, aveva detto: "Il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!".

Per questo, secondo Sir Anton Asfar, segretario generale di Caritas Gerusalemme, "questo veicolo rappresenta l'amore, la cura e la vicinanza dimostrati da Sua Santità per i più vulnerabili, che ha espresso durante tutta la crisi. Il nostro lavoro a Gaza è una testimonianza del nostro impegno incrollabile per la salute e il benessere della comunità, anche nelle condizioni più difficili".

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