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Ucciso dal padre ad Asti, i vicini avevano sentito urla e richieste di aiuto: “Un dramma familiare”

Oggi in tribunale ad Asti l’udienza di convalida dell’arresto di Piero Pesce, l’uomo di 61 anni accusato di omicidio volontario per la morte del figlio 28enne Valerio. L’uomo è apparso visibilmente provato, con fasciature alle mani, segni di un tentativo di suicidio dopo il fatto.
A cura di Susanna Picone
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Valerio Pesce
Valerio Pesce

Questa mattina in tribunale ad Asti interrogatorio di garanzia, davanti al gip Giorgio Morando e al pm Stefano Cotti, di Piero Pesce, l'uomo di 61 anni accusato di omicidio volontario del figlio 28enne Valerio. L'omicidio in un appartamento in pieno centro a Canelli (Asti), tra via Giovanni XXIII e viale Indipendenza.

Il genitore è stato a lungo interrogato in caserma dopo il delitto e poi è stato portato in carcere a Quarto. "Si è mostrato collaborativo – così l'avvocato Giovanna Balestrino, che lo difende – si tratta di un dramma familiare, valuteremo anche il suo stato di salute. Aspettiamo l'udienza di convalida”.

A chiamare il 112 e richiedere l'intervento dei carabinieri era stato lo stesso Piero Pesce, confessando quanto aveva appena fatto.

Questa mattina in aula l'uomo ha richiamato le dichiarazioni già rese nell'interrogatorio di mercoledì scorso, che il gip ha ritenuto esaurienti. Il gip si è riservato la decisione. La difesa ha fatto richiesta di una misura cautelare idonea al suo stato psicologico. L’uomo è apparso visibilmente provato, con fasciature alle mani, segni di un tentativo di suicidio subito dopo aver ucciso il figlio. Al termine dell'udienza è stato portato in ospedale, dove ha passato già la scorsa notte ricoverato.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Piero Pesce avrebbe ucciso il figlio Valerio con numerose coltellate nel corso di una violenta lite. Il primo fendente, con ogni probabilità, è stato sferrato mentre Valerio dormiva. Il corpo del ragazzo è stato trovato nella camera da letto dai carabinieri. Vano ogni tentativo da parte dei sanitari arrivati sul posto, che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. L'autopsia aiuterà a capire i contorni della vicenda.

A quanto emerso finora, dietro il dramma ci sarebbero problemi di debiti contratti dalla vittima e l'ipotesi che fosse tanto preso dal gioco da poter parlare di ludopatia. Secondo alcune testimonianze, la situazione tra padre e figlio era tesa già da qualche tempo proprio a causa delle difficoltà economiche in cui versava il ragazzo.

Valerio Pesce era tornato solo da poche settimane a vivere a casa del padre. Dal 2017 e fino a poco tempo fa il giovane aveva gestito la tabaccheria di piazza Cristo Re ad Alba (Cuneo), città in cui viveva. Poi qualche settimana fa era apparso un cartello davanti alla tabaccheria: "Chiuso per motivi di salute”.

I vicini di casa raccontano di essere rimasti sconvolti dalla notizia e di avere sentito urla e richieste di aiuto la mattina dell’omicidio e qualche vociare la sera prima. Padre e figlio, al momento del delitto, erano soli in casa: la moglie di Piero Pesce era morta diversi anni fa e l'uomo viveva da solo.

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