Uccise i genitori in casa, Diletta Miatello condanna a 28 anni di carcere: “Sollevati non sia ergastolo”
È stata condannata in primo grado a 28 anni di carcere Diletta Miatello, l'ex vigilessa 53enne del Comune di Asolo che il 27 dicembre del 2022 aggredì i genitori nella loro casa a San Martino di Lupari. La madre, l'84enne Maria Angela Sarto, morì subito, mentre il cuore del padre Giorgio si fermò dopo due mesi di agonia in una casa di cura privata dove era ricoverato. A trovare i corpi dei genitori e a dare l'allarme fu la sorella Chiara.
Lo scorso settembre il pubblico ministero Marco Brusegan aveva chiesto l'ergastolo con sei mesi di isolamento diurno per la donna, la quale durante l'interrogatorio aveva negato di essere lei la responsabile dell'aggressione mortale facendo però intendere che con i suoi genitori aveva un rapporto conflittuale. Durante il suo intervento in aula dichiarò di "sentirsi come Cenerentola perché mi sfruttavano per i lavori di casa". Alessandro Saullo, del centro di salute mentale di Gorizia, nominato dalla giudice Mariella Fino per la perizia psichiatrica, confermò che la donna era capace di intendere e di volere nonostante un disturbo della personalità di tipo paranoide.
Durante il processo, fondamentale è stata la testimonianza della badante dei due anziani, che ha parlato dei dissapori con la figlia, e delle sue continue richieste di denaro. L'avvocato Elisabetta Costa, difensore di Diletta Miatello, si è detta "sollevata che non sia stato concesso l'ergastolo" dalla Corte d'Assise di Padova, come riporta Il Mattino di Padova, aggiungendo che "attendiamo con fiducia di leggere le motivazioni della sentenza. Ho accolto con piacere il fatto che sia stata esclusa l'aggravante della crudeltà e delle sevizie, il che ha consentito di contenere un disvalore iniziale che a mio giudizio non c'era. Se per la signora Miatello fossero stati attivati degli ammortizzatori sociali diversi, mi domando se oggi saremmo qui".