Uccisa con 40 coltellate il giorno del divorzio, Ada Rotini attirata in una trappola dal marito
Il giorno della sua morte Ada Rotini ha deciso di incontrare il marito per un'ultima volta, lo ha fatto nella casa che hanno condiviso nei pochi mesi di matrimonio che li ha visti uniti. Quel giorno infatti, Filippo Asero, le ha finalmente concesso di poter tornare nell'appartamento di Bronte a Catania per prendere le sue ultime cose, prima di recarsi presso il municipio della città dove di lì a poco si sarebbe tenuta l'udienza di separazione tra i due che ormai dallo scorso giugno non vivevano più insieme. I continui soprusi, i maltrattamenti e la gelosia di Filippo avevano distrutto quell'unione dopo poche settimane di matrimonio.
Quel giorno era prevista l'udienza per la separazione
Ada l'8 settembre ha preso l'auto e, accompagnata dall'anziano presso il quale solo una settimana prima aveva iniziato a lavorare come badante e dalla sorella, ha raggiunto la casa di via Boscia. Ad attenderla c'era il marito che si è mostrato piuttosto pacato, calmo, raccontano i due sopravvissuti all'aggressione: la quiete prima della tempesta. Alla notizia del trasferimento della moglie a Maletto dove risiede l'anziano titolare di Ada, ma anche l'ex compagno della donna, Filippo Asero si è trasformato in una furia accusando la donna di aver riallacciato il rapporto con l'uomo. A quel punto ha chiesto alla moglie di entrare in casa per prendere le sue cose ma la sua ira ha spaventato Ada che, memore delle botte ricevute in passato, ha rifiutato. E così l'uomo ha estratto un coltello che aveva in tasca e ha colpito la moglie dall'esterno dell'auto, poi ha aperto lo sportello e l'ha trascinata in strada continuando a colpirla, decine di volte, sulla gambe, al collo, alle braccia, al viso. Quaranta coltellate, sferrate con violenza inaudita dinanzi agli occhi della sorella e dell'anziano che nonostante i suoi 90 anni ha provato a difendere la donna rimanendo a sua volta ferito quando il killer lo ha colpito a un braccio.
L'intervento del carabiniere fuori servizio
Una mattanza interrotta dall'arrivo di un carabiniere fuori servizio che si trovava a passare di lì in quel momento e ha udito le urla strazianti della sorella di Ada e ha visto l'anziano scappare col braccio insanguinato, pochi metri più in là, nascosto dietro un'auto, il corpo ormai privo di vita di una donna in una pozza di sangue. Alla vista dell'uomo, l'assassino, ancora col coltello insanguinato tra le mani si inferto due ferite all'addome e ancora un'altra al ventre, prima di collassare sull'asfalto dove è stato braccato dal carabiniere. Poi l'intervento dei carabinieri e del 118 che nulla hanno potuto per salvare Ada e che invece hanno soccorso il marito trasportato nel vicino ospedale dove si trova tutt'ora ricoverato, piantonato 24 ore su 24 dalle forze dell'ordine. Una volta dimesso verrà portato in carcere in attesa del processo.