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Uccisa a Santo Domingo, il corpo imbalsamato senza consenso: “Hanno impedito autopsia”

Il corpo di Claudia Lepore, la donna violentata, uccisa e occultata in un frigorifero a Santo Domingo, è stato imbalsamato senza il consenso della famiglia. Lo rendono noto i parenti della 59enne di Carpi trovata cadavere lo scorso 21 gennaio. “Il corpo già straziato di Claudia è stato imbalsamato, ora non potrà più essere effettuata l’autopsia”.
A cura di Angela Marino
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"Nonostante le diffide e l'impegno di tutti, dalla famiglia della vittima, ai sottoscritti, dall'ambasciata italiana a Santo Domingo, fino all'agenzia Terracielo – incaricata delle esequie – teso a preservare il corpo, in attesa del rientro in Italia per poter procedere a nuovo esame autoptico, si apprende con sgomento che il corpo già straziato di Claudia Lepore è stato imbalsamato".

Con queste parole Enrico Aimi e Giulia Giusti,  gli avvocati della famiglia di Claudia Lepore, la 59enne di Carpi violentata, uccisa e occultata in un frigorifero, a Santo Domingo denunciano l'iniziativa dell'imbalsamazione assunta a Santo Domingo. La procedura sarebbe stata applicata da "altra impresa incaricata della custodia del cadavere e che aveva proceduto in tal senso subito dopo l'esame autoptico eseguito dalle autorità medico legali dominicane. Le ragioni sarebbero da ricercare in riferite norme di polizia mortuaria locale".

Gli avvocati fanno sapere di aver comunicato "alla procura della Repubblica di Roma come, a questo punto, risulterebbe assolutamente superfluo qualsiasi esame sulla salma. Il pm ha pertanto concesso l'autorizzazione alla cremazione, richiesta, a questo punto, proprio dai familiari". "Le ceneri di Claudia Lepore rientreranno al più presto in Italia – concludono i due legali – per celebrare le esequie".

Claudia Lepore è stata trovata cadavere nella casa che da pochi mesi aveva ristrutturato a Santo Domingo. Il corpo è stato ritrovato rinchiuso nel frigorifero e con evidenti tracce di violenza sessuale, poco dopo la sua scomparsa, denunciata in Italia dall'ex compagna e socia, Ilaria Benati, ora in carcere per omicidio. La Benati è accusata, insieme a un altro italiano, Jacopo Capasso, immobiliarista, indicato. Entrambi sono stati coinvolti nell'indagine da Antonio Lantigua, detto ‘El Chino', ritenuto l'esecutore materiale del delitto. Lantigua ha dichiarato di aver agito per la somma di tremila euro su mandato di ‘due italiani che volevano ereditare‘ i beni della vittima.

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