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Trovato in casa sua con una freccia conficcata nel cranio: come ha fatto a sopravvivere per 2 giorni

Un 64enne è stato trovato vivo con una freccia conficcata nel cranio, partita dalla sua balestra. Operato d’urgenza ad Ancona con tecniche militari, è sopravvissuto grazie alla posizione del dardo e al materiale in carbonio. Prognosi riservata.
A cura di Davide Falcioni
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Disteso sul letto, immobile ma incredibilmente cosciente, con una freccia che gli trapassava il cranio da parte a parte. In condizioni estreme, eppure ancora vivo. È stato trovato così nella sua casa di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, un uomo di 64 anni ora ricoverato in rianimazione all’ospedale regionale di Torrette, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico eccezionale. Un salvataggio che ha del miracoloso, reso possibile da una combinazione di fattori rari: l’equilibrio instabile ma temporaneamente "sigillato" del dardo, il tipo di materiale, il sangue freddo dei soccorritori e l’esperienza militare dei neurochirurghi.

Ma facciamo un passo indietro: a lanciare l’allarme nei giorni scorsi sono stati i familiari, preoccupati per l’assenza di notizie dell'uomo da due giorni. Dopo numerosi tentativi andati a vuoto, hanno contattato il numero di emergenza. In pochi minuti, carabinieri, vigili del fuoco, ambulanza del 118, Croce Gialla di Falconara e automedica erano sul posto. I pompieri hanno dovuto forzare l’ingresso e, una volta dentro, si sono trovati davanti a una scena sconvolgente: l’uomo giaceva sul letto, con una freccia conficcata nella testa, ancora vigile. Secondo le prime ricostruzioni, il dardo sarebbe partito da una balestra che il 64enne custodiva in casa.

Anche il trasporto in ospedale è stato un’operazione ad alto rischio dal momento che ogni minimo movimento poteva risultare fatale. La freccia – lunga e sottile – aveva perforato il cranio dalla fronte alla nuca, e paradossalmente proprio questa condizione ha evitato un’emorragia immediata: "La freccia fa da tappo; la sfili e rischi che il buco si apra", ha spiegato Maurizio Iacoangeli, primario di Neurochirurgia. "Mai visto nulla del genere – ha raccontato Iacoangeli a Il Corriere della Sera – in ospedale è arrivato lucido e con gli occhi aperti". Il chirurgo, per affrontare il caso, ha adottato procedure di derivazione militare apprese da Rocco Armonda, il celebre neurochirurgo dell’esercito americano con esperienza in teatri di guerra come Iraq e Ucraina.

Determinante anche la composizione della freccia: realizzata in carbonio, ha evitato frammentazioni e ulteriori danni interni. Ma l’intervento è stato una vera corsa contro il tempo: “Un millimetro più in là e il paziente sarebbe morto sul colpo”, ha aggiunto Iacoangeli. Ora il sessantaquattrenne è in rianimazione. La prognosi resta riservata, ma le sue condizioni, seppur critiche, fanno sperare. Nel frattempo, i carabinieri stanno cercando di ricostruire l’accaduto. Non è escluso un incidente domestico, ma si valuta anche l’ipotesi di un gesto volontario. L’appartamento è stato posto sotto sequestro per consentire ulteriori accertamenti.

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