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Trani, operaio cacciato da una rosticceria: “Fuori, qui i neri non li voglio”

“Te ne devi andare. I neri qui non li voglio”. Così la gestrice di una rosticceria di Trani ha risposto, circa un mese fa, a Martin, un ragazzo originario del Benin arrivato in Italia da quattro anni che aveva avuto l'”ardire” di ordinarle un cartoccio di pollo e patate in una pausa dal lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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"Te ne devi andare. I neri qui non li voglio". Così la gestrice di una rosticceria di Trani ha risposto, circa un mese fa, a Martin, un ragazzo originario del Benin arrivato in Italia da quattro anni che aveva avuto l'"ardire" di ordinarle un cartoccio di pollo e patate in una pausa dal lavoro. Il giovane, che vive in un comune del barese, stava lavorando con una ditta che si occupa di posa e cablaggio della fibra ottica e l'ultimo cantiere, ancora attivo, era nei pressi della cattedrale di Trani.

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Come racconta Trani Live quel giorno di inizio ottobre Martin decide di concedersi una pausa pranzo diversa dal solito ed imitare i suoi compagni di lavoro, che poco prima avevano raggiunto una rosticceria per tornare nell'area del cantiere  con una porzione di pollo e patate. Martin si lascia "ispirare" dagli invitanti contenitori dei suoi amici, raggiunge la rosticceria ma ben presto nota che la signora dietro il banco gli fa segno di allontanarsi. Martin pensa – date le restrizioni contro il Covid – di dover attendere il suo turno all'esterno, ma quando rientra la signora gli chiarisce il significato dei suoi gesti: "Devi uscire da qui, questo non è un ristorante". Martin non comprende cosa sta accadendo, per un attimo teme di aver sbagliato rosticceria, così si rivolge nuovamente alla gestrice dicendo di voler solo comprare del pollo con patate. "Allora non hai capito, te ne devi andare, i neri qua dentro non li voglio", gli risponde la donna. Martin pensa di essere stato scambiato per un mendicante, chiarisce che ha i soldi necessari per pagare ma la donna è inflessibile: "Questo è un locale privato, te ne devi andare".

L'operaio torna dai colleghi e racconta loro la disavventura: questi, increduli, decidono di aiutarlo e tornano in massa dalla commerciante per chiederle spiegazioni: "Sarò ignorante ma la penso così", risponde la donna. "I miei colleghi volevano denunciassi ai carabinieri l'episodio – dice Martin al quotidiano pugliese – loro forse erano anche più arrabbiati di me, mi dicevano che non possono accadere queste cose. Io lo so che non devono accadere ma non posso farci niente, anche quando mi fanno battute per strada o mentre lavoro, faccio finta di non sentire. A me basta il mio lavoro, alla signora le ho detto che quei soldi li avevo guadagnati, non volevo niente gratis, le ho detto sono sporco perché sto lavorando qui, i miei colleghi sono venuti qui prima di me, ma non voleva sentire niente. Il giorno dopo sul cantiere si è presentato il figlio della signora per portare le sue scuse".

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