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Tragedia Mottarone, Eitan sta meglio: “Ha cominciato a mangiare cibi solidi”

“Le condizioni di Eitan sono in significativo miglioramento ma la prognosi rimane riservata. Per la prima volta ha cominciato a mangiare alimenti morbidi e leggeri”: è quanto comunica l’ospedale Regina Margherita di Torino dove il bimbo di 5 anni, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, è ricoverato da una settimana esatta. Intanto a Stresa un minuto di silenzio in memoria delle 14 vittime.
A cura di Giorgio Scura
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TORINO – Il piccolo Eitan sta meglio, è tornato a mangiare autonomamente, anche se la prognosi rimane riservata. Ottime notizie dall'ospedale Regina Margherita dove, da una settimana, è ricoverato Eitan, il bambino di cinque anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia Mottarone Stresa costata la vita a 14 persone e a tutta la famiglia del giovanissimo israeliano che era in vacanza con fratellino, genitori e bisnonni.

"Le condizioni di Eitan – viene detto – sono in significativo miglioramento ma la prognosi rimane riservata. Per la prima volta ha cominciato a mangiare alimenti morbidi e leggeri". Per ora il bimbo rimane in Rianimazione per precauzione, ma se non ci saranno complicazioni nei prossimi giorni verrà sciolta la prognosi. Accanto a sé ha sempre la zia Aya e la nonna arrivata da Israele nei giorni scorsi.

Intanto oggi un minuto di silenzio ha avvolto Stresa a mezzogiorno, esattamente sette giorni dopo la tragedia del Mottarone. La città ha ricordato quanto accaduto domenica scorsa, quando 14 persone hanno perso la vita per il distacco della cabina della funivia a pochi metri dalla stazione di arrivo al Mottarone.

‘Stresa – dice il sindaco Marcella Severino – non ha promosso altre iniziative perché la nostra vicinanza ai familiari delle vittime l'abbiamo dimostrata e continueremo a farlo. Il nostro silenzio è la cosa migliore nel rispetto di chi soffre e di chi ha perso la vita".

Un silenzio che è calato sulle città della sponda piemontese del Lago Maggiore e sulla montagna percorsa dalla funivia sino a 1490 metri di altitudine. Tutto si è fermato. Compresi molti turisti che camminavano sul lungolago dove ancora molti alberghi sono chiusi per la pandemia.

Qualcuno è anche salito verso la vetta del Mottarone per una breve commemorazione sul luogo della disgrazia. Da una settimana le bandiere del municipio di Stresa sono a mezz'asta e da allora anche sul sito del Comune lo stemma di Stresa è avvolto da un nastro nero. La cittadina del Lago Maggiore ha aderito all'invito della Regione Piemonte senza però mettere in campo altre iniziative per ricordare quanto avvenuto alle 12,02 di domenica 23 maggio.

Nel frattempo, dal fronte delle indagini, emerge un altro particolare. Gli addetti alla funivia del Mottarone sapevano della prassi del caposervizio Gabriele Tadini di lasciare inseriti i ceppi per bloccare il sistema frenante, ma forse potevano rifiutare di assecondarla. E' quanto si ricava dall'ordinanza con cui il gip di Verbania ha disposto gli arresti domiciliari per Tadini.

Infine, tra l'8 maggio e il 23, giorno della tragedia della funivia del Mottarone, Gabriele Tadini avrebbe usato i forchettoni per disattivare i freni di emergenza "una decina di volte". Lo ha messo a verbale ieri davanti al gip di Verbania lo stesso caposervizio dell'impianto continuando a sostenere come questa fosse una decisione "condivisa con tutti". Ha detto pure di aver "disattivato il freno anche prima del 7 maggio", perché il problema al sistema frenante andava avanti da fine aprile. Anche "venerdì 21" maggio "ho disattivato il sistema", ha aggiunto.

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