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Torino, trovato con un laccio al collo nella sua stanza: 12enne muore in ospedale

Il ragazzino trovato dalla madre e dalla nonna. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, da quella del suicidio al gioco finito male. La preside: “Tragedia che ci lascia senza parole”.
A cura di Susanna Picone
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Un ragazzino di dodici anni è morto all'ospedale Maria Vittoria di Torino dove era stato ricoverato in gravi condizioni nella serata di domenica. Da quanto emerso, la madre e la nonna lo avevano trovato nella sua stanza con un laccio del materasso attorno al collo. Sono state loro a dare l’allarme. Sul posto è intervenuta la polizia e un'ambulanza ha trasferito d'urgenza il giovane in ospedale. Ma quando è stato soccorso, il ragazzo era già in gravi condizioni: è arrivato in ospedale intubato e in stato di incoscienza e gli sforzi dei medici per salvagli la vita sono stati inutili. Il dodicenne è morto poco dopo la mezzanotte.

Nessuna ipotesi esclusa sul decesso del dodicenne – Al momento, secondo quanto si apprende, non si esclude nessuna ipotesi, da quella del suicidio al gioco finito male. Il laccio, secondo le prime informazioni trapelate, era legato al letto a castello della stanza del ragazzo nel capoluogo piemontese.

La preside della scuola del ragazzo: "Sereno e ben inserito, non riesco a trovare spiegazioni" – “Aveva festeggiato il compleanno venerdì, a scuola, con i suoi amici. Era un ragazzo sereno, ben inserito. Non riesco davvero a trovare spiegazioni”, il commento della dirigente scolastica dell'istituto frequentato dal dodicenne. “La nostra è una realtà complessa – ha aggiunto la preside -, ma lui non ha mai dato motivo di preoccupazione o allarmismo”. La dirigente scolastica ha comunicato che il giovane frequentava l'indirizzo musicale e suonava il violino: “Aveva anche una simpatia per una compagna, cose da ragazzi. Abbiamo avvisato gli studenti e le loro famiglie e abbiamo attivato il servizio di ascolto psicologico. Come docenti ci interroghiamo sulle fragilità dei ragazzi. È una tragedia che ci lascia senza parole, che scuote tutti. Ho visto professori piangere come bambini”, ha concluso.

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