Torino, travolge coppia: il fratello del ragazzo ferito paralizzato da 12 anni per un incidente

Un destino crudele quello di Matteo Penna, il 27enne, che domenica sera, su una strada statale in Valle di Susa, è stato inseguito e speronato, dopo una lite, da Maurizio De Giulio, 50enne di Nichelino, mentre era in sella alla sua moto con la fidanzata. Il ragazzo lotta in ospedale tra la vita e la morte, mentre la sua Elisa non è sopravvissuta all'impatto ed è morta sul colpo. In questa scioccante vicenda emerge infatti la storia del fratello di Matteo Penna, Giulio, anche lui vittima 12 anni fa di un sinistro e rimasto paralizzato a causa dello stesso. Sembra peraltro che la dinamica degli incidenti in cui sono stati coinvolti i due fratelli sia stata simile. L’Ansa infatti scrive che anche Giulio sarebbe stato investito da un furgone mentre era in sella a una moto, dopo essere uscito da scuola. Le lesioni riportate dal ragazzo gli sono costate la paralisi.
"Sono molto provato" spiega il papà del ragazzo, appostato fuori dall'ospedale CTO, che 12 anni fa ha dovuto vivere la stessa tragedia. "Ci hanno portato via tutto, alla mia famiglia e a quella di Elisa" continua poi. Gli amici del 29enne torinese, poi, commentano: "Questo tizio li ha rincorsi e poi li ha travolti. Non è un semplice omicidio stradale, ma è un vero è proprio omicidio volontario". "L'uomo che li ha investiti deve pagare per quello che ha fatto e restare in carcere" continua il papà di Matteo e Giulio tra le lacrime. "Elisa per noi era come una figlia, un raggio di sole. Insieme avevano tanti progetti: una famiglia, una casa. Questa storia non deve essere dimenticata".
“Io l’ho fatta, io la pago”, si sarebbe sfogato De Giulio con i presenti subito dopo aver provocato l’incidente. E anche nel suo caso emerge una storia dal passato. 7 anni fa a Moncalieri dopo una lite con la moglie si sarebbe messo alla guida della sua auto e, in preda alla rabbia, avrebbe poi bruciare un semaforo rosso a tutta velocità prima di schiantarsi contro le auto incolonnate. Quindi avrebbe rivolto la sua furia contro i vigili urbani giunti sul posto, colpevoli di invitarlo a salire sull’ambulanza, infine minacciato i carabinieri che in manette lo portavano via.