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Torino, bimbo di 7 anni vive per 525 giorni con un cuore artificiale. Poi finalmente il trapianto

Un bambino di sette anni è rimasto collegato per 525 giorni, circa un anno e mezzo, a un cuore artificiale prima di beneficiare di un trapianto d’organo eseguito dallo staff della Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Il piccolo ora è stato dimesso e sta bene.
A cura di Davide Falcioni
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Cinquecentoventicinque giorni collegato a un cuore artificiale in attesa di un trapianto d'organo. È l'estenuante attesa sopportata da un bambino di sette anni operato con successo alcuni giorni fa all'ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Il piccolo è stato protagonista di quello che si può definire un autentico record. Per un anno e mezzo infatti ha vissuto grazie a un cuore artificiale Berlin Heart, e il suo è stato il tempo di impianto più lungo tra i piccoli pazienti della Cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale infantile torinese. Il bambino sta bene ed è già stato dimesso.

Nato in Marocco, nell'estate 2019 il bimbo ha iniziato ad accusare i sintomi di insufficienza cardiaca. Insieme alla madre ha raggiunto il padre in Liguria e, dopo un breve periodo di degenza in un altro ospedale pediatrico, è stato trasferito in elicottero al Regina Margherita. Neanche il tempo di entrare nella Terapia Intensiva cardiochirurgica, diretta dal dottor Sergio Michele Grassitelli, che il suo cuore si è fermato. Rianimato e sottoposto a Ecmo, la circolazione extra-corporea, pochi giorni dopo gli è stato impiantato un cuore artificiale Berlin Heart che lo ha tenuto in vita consentendogli di riprendersi.

Il bimbo ben presto ha cominciato ad apprezzare la cucina italiana, è cresciuto ed ha imparato la nostra lingua, sotto gli occhi vigili del papà e della mamma, che nel frattempo hanno dato alla luce un fratellino. Tutto questo per 525 lunghi giorni, tutti in ospedale, alcuni trascorsi nei locali dell'Isola di Margherita, lo spazio per le lungodegenze dei pazienti dell'Oncoematologia diretta dalla professoressa Franca Fagioli. Poi il trapianto di cuore dall'équipe dei cardiochirurghi pediatrici, diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone. Un recupero molto veloce, il sollievo di svegliarsi senza il ventricolo artificiale appoggiato sull'addome, collegato a una consolle di comando che lo teneva in vita ma lo limitava in tutte le azioni. Qualche giorno di degenza tra i cardiologi pediatrici e gli infermieri della dottoressa Gabriella Agnoletti, seguito con attenzione dal Enrico Aidala, cardiochirurgo responsabile del Programma Trapianti, e nei giorni scorsi la dimissione.

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