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Svolta nell’omicidio di Andy Rocchelli, un arresto 3 anni dopo la morte del fotoreporter

Fermato un italo-ucraino ritenuto responsabile dell’omicidio dell’italiano Andy Rocchelli, il fotoreporter ucciso mentre documentava la guerra nel Donbass, in Ucraina.
A cura di Susanna Picone
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Circa tre anni dopo la morte di Andrea “Andy” Rocchelli le indagini sono a una svolta. I Ros di Milano e i carabinieri di Pavia hanno arrestato un italo-ucraino ritenuto responsabile, in concorso con altre persone non ancora identificate, dell'omicidio del fotoreporter italiano Rocchelli, dell'interprete russo Andrej Mironov e del ferimento del fotoreporter francese William Roguelon, avvenuto il 24 maggio 2014 a Sloviansk (Ucraina). L’italiano Andrea Rocchelli, trentuno anni, era nel Donbass per documentare il conflitto tra forze regolari ucraine e milizie separatiste filo- russe dell'autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk. Originario di Piacenza, fu ucciso da un colpo di mortaio il 24 maggio. Le autorità ucraine, al termine di una lunga indagine, classificarono l'episodio come “danno collaterale” della guerra, senza responsabili né motivazioni precise, ma grazie alla determinazione dei genitori di Andrea e del loro avvocato Alessandra Ballerini, e al lavoro dei carabinieri del Ros di Milano e della procura di Pavia, l'indagine è stata riaperta a maggio scorso.

Il fotoreporter era noto per i suoi reportage in zone di guerra – Andy Rocchelli – che era arrivato in Ucraina a inizio maggio – quando è stato ucciso stava in particolare lavorando per documentare le vittime civili del conflitto: il fotoreporter italiano era noto per diversi reportage realizzati in zone di conflitto e sempre tesi a documentare le ripercussioni sulla popolazione. L’uomo ritenuto responsabile del delitto è stato arrestato ieri 30 giugno a Bologna in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Pavia su richiesta del pm. Il giovane, alla fine del 2013, “rispondeva – è stato accertato – al richiamo della madre patria tornando in Ucraina e prendendo parte agli scontri di Piazza Maidan a Kiev. Quindi si arruolava nei neo-istituiti Battaglioni di volontari, inseriti nella Guardia Nazionale, alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno Ucraino”. Veniva stanziato sulla collina Karachun, alle porte della cittadina di Sloviansk, altura dalla quale il 24 maggio 2014 veniva aperto il fuoco verso i fotoreporter e l'interprete.

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