Su un ghiacciaio a 3.100 metri del Monte Bianco senza attrezzatura: alpinista salvato in extremis
La prima regola per chi si appresta ad affrontare un'escursione in alta montagna è quella di dotarsi dell'attrezzatura adeguata: non solo di scarpe adatte, ma anche di vestiti adeguati alle condizioni meteo che si incontreranno.
Eppure non è quello che ha fatto un alpinista recuperato ieri in gravi condizioni sul ghiacciaio di Bionnassay, sul massiccio del Monte Bianco, la vetta più alta d'Europa.
L'uomo era a quota 3.100 metri e non riusciva a continuare a causa della stanchezza e di una possibile ipotermia. Nella giornata di sabato aveva chiesto aiuto affermando di avere molto freddo e di non poter andare avanti, facendo fatica a indicare la posizione esatta.
L'alpinista, che parlava inglese e che non avrebbe avuto con sé i documenti, secondo i soccorritori era equipaggiato da semplice escursionista e non aveva attrezzatura e abbigliamento adatti alla progressione su ghiacciaio.
L'allarme è scattato intorno alle 17 di sabato ma solo ieri mattina sono riusciti a recuperarlo. Così per un altro escursionista che era fermo al Col de La Seigne ed è stato recuperato ieri sera grazie a una squadra da terra.
Nel caso del ghiacciaio di Boinnassay tuttavia le operazioni di recupero sono state complicate dalla pericolosità della zona dal versante italiano e dalle condizioni meteo.
I tecnici del soccorso alpino sono riusciti a risalire al punto esatto in cui l'uomo si trovava e hanno atteso un miglioramento del meteo, quindi che si fermasse il forte vento in quota e che la visibilità tornasse adeguata, per far partire l'elicottero.
L'ultimo contatto con l'escursionista era avvenuto la notte tra sabato e domenica alle 2,30. Era nel frattempo partita una squadra all'alba da Courmayeur via terra con due tecnici del soccorso alpino.
Un primo tentativo era stato fatto nella notte ma con esito negativo.