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Stupro nel campus di Torino, fermato ragazzo di 17 anni. Il padre: “Chiedo perdono alla vittima”

Un 17enne ha confessato di aver violentato una studentessa di 23 anni dopo essersi introdotto – la sera del 30 ottobre – nella residenza universitaria Paolo Borsellino di Torino.
A cura di Davide Falcioni
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Un ragazzo di 17 anni ha confessato di aver violentato una studentessa di 23 anni dopo essersi introdotto – la sera del 30 ottobre – nella residenza universitaria Paolo Borsellino di Torino.

A incastrare il giovane, determinandone l’arresto, è stato l'esame del Dna: la vittima, con lucido coraggio, dopo la violenza non si è lavata per poter fornire agli inquirenti la prova fondamentale per provare la colpevolezza del suo aggressore, che dopo un colloquio con il giudice durato 4 ore ha ammesso le sue responsabilità. Per questo il magistrato  ne ha convalidato il fermo, disponendone la custodia cautelare nel carcere minorile Ferrante Aporti.

Stando a quanto accertato la notte tra il 29 e il 30 ottobre scorsi il 17enne si è introdotto nella residenza universitaria. Una telecamera lo ha ripreso mentre scavalcava il garage per entrare nel campus. Il giovane ha raggiunto il nono piano passando dalle scale dietro una porta anti-panico del parcheggio, quindi ha bussato alla porta della studentessa, l’ha picchiata e violentata, per poi minacciarle: "Se parli, se mi denunci, torno qui e ti ammazzo". Tra i corridoi della palazzina il ragazzo avrebbe girato per un’ora, bussando a ogni porta.

Gli investigatori della questura di Torino hanno verificato le immagini delle telecamere del campus, ma determinante si è rivelato il racconto della vittima, gli indizi che ha fornito agli inquirenti. E quel Dna, che ha dato un nome e un cognome al violentatore.

Il 17enne ha già avuto problemi con la giustizia. Come ha confermato il padre in un'intervista rilasciata a Repubblica nell'ultimo periodo il ragazzo aveva accumulato numerose denunce per reati minori e spesso rimaneva fuori casa per giorni. Una denuncia per stupro, tuttavia, non se l'aspettava nessuno in famiglia: "Mi è caduto il mondo addosso. Penso a noi, ai problemi che dovremo affrontare con il processo, ma penso anche a quella ragazza e alla sua famiglia. Con tutto il cuore voglio chiedere perdono per quello che ha fatto mio figlio. Ci ha dato tanti problemi, ma adesso ha fatto una cosa gravissima. Io faccio il muratore, esco di casa al mattino presto e torno alla sera tardi. Ai miei figli non ho mai fatto mancare nulla. Ma con lui non ci siamo riusciti".

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