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Strage di Bologna, i giudici: “‘Prove eclatanti della partecipazione di Licio Gelli”

Secondo la Corte d’Assise di Bologna Licio Gelli, “Maestro venerabile” della loggia massonica P2, ebbe un ruolo decisivo nell’esecuzione della strage di Bologna del 2 agosto 1980, il più grave attentato commesso in Italia nel dopoguerra.
A cura di Davide Falcioni
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Licio Gelli, "Maestro venerabile" della loggia massonica P2, ebbe un ruolo determinante anche nell'esecuzione della Strage di Bologna del 2 agosto 1980, in cui 85 persone persero la vita e altre duecento rimasero ferite. Secondo la Corte di Assise del capoluogo emiliano – nelle motivazioni della sentenza del processo a Paolo Bellini, condannato un anno fa all'ergastolo – "possiamo ritenere fondata l'idea" "che all'attuazione della strage contribuirono in modi non definiti, ma di cui vi è precisa ed eclatante prova nel documento Bologna, Licio Gelli e il vertice di una sorta di servizio segreto occulto che vede in D'Amato la figura di riferimento in ambito atlantico ed europeo".

Nella sentenza si parla anche di mandanti e finanziatori e del ruolo della P2. "All'esito dell'istruttoria, si deve ritenere raggiunta la prova che Paolo Bellini fece parte del commando che eseguì materialmente la strage del 2 agosto 1980, con mansioni esecutive e di raccordo con gli altri concorrenti".

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Nelle motivazioni della sentenza di condanna all'ergastolo per Bellini, il giudice Francesco Caruso afferma che l'attentato,  che costituisce il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, fu commesso in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti morti.

"Si deve necessariamente partire dalla constatazione – si legge ancora nelle motivazioni – della prova granitica della presenza di Bellini il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, poiché egli fu ripreso in alcuni fotogrammi di un filmato amatoriale girato dal turista Harald Polzer, che si riferiscono ad un momento di pochi minuti successivo alla deflagrazione".

Per la Corte "la predetta conclusione è autorizzata da un altro elemento, che è sopravvenuto nel corso dell'istruttoria dibattimentale e che era, invece, ancora incerto nella fase delle indagini preliminari, consistente nell'avvenuto riconoscimento dell'imputato in termini di certezza da parte di Maurizia Bonini (ex moglie di Paolo Bellini, ndr) all'udienza del 21 luglio 2021″.

Paolo Bellini
Paolo Bellini

Secondo i giudici la deposizione di Maurizia Bonini segna infatti "due profili decisivi" di questo processo. "Da un lato la donna ha demolito l'alibi che all'epoca permise di scagionare Bellini, affermando che la mattina del 2 agosto 1980 questi arrivò a Rimini non alle 9, ma molto più tardi, verso l'ora di pranzo". Dall'altro, appunto, Maurizia Bonini "ha riconosciuto l'ex marito nel filmato di Polzer, girato alla stazione di Bologna la mattina del 2 agosto 1980, mentre camminava sul binario 1, subito dopo l'esplosione", avvenuta alle 10.25.

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