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Diritti LGBTQI+

Stalking e insulti ai danni di una 18enne perché gay: “Depravata, vi brucerei tutti”

Insulti e stalking per due giorni a causa del suo orientamento sessuale: questa è la storia di una ragazzina di 18 anni che a Bari è stata costretta a chiedere l’aiuto di un’associazione per la tutela dei diritti LGBT. “Uno sconosciuto mi scriveva che avrei dovuto uccidermi. Mi ha chiamato più volte e io avevo paura di rispondere”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Come tutte le ragazzine della sua età, Silvia (nome di fantasia) mostra tutta la sua vita sui social. Sul suo profilo Instagram pubblica senza paura selfie scattati con la fidanzata e con gli amici. Proprio la sua relazione ha attirato nelle scorse ore l'odio di uno sconosciuto online. "Ho ricevuto un messaggio nella serata di martedì da un account che non avevo mai visto. Aveva la foto e il nome di una ragazzina appena 14enne, ma ho capito subito che non si trattava di una bambina. Ha iniziato a bersagliarmi con insulti omofobi di tutti i tipi e io ho cercato di mantenere la calma, di spingere la persona dietro quell'account a dire quante più cose possibili. A quel punto ha iniziato a chiamarmi insistentemente, incitandomi a rispondere. All'inizio non volevo perché avevo paura". Poi la 18enne ha preso coraggio: così come spiega a Fanpage.it, ha deciso di alzare la cornetta per ascoltare la voce di quello sconosciuto e provare a capire chi fosse.

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"Ho registrato tutte le sue parole. Neanche sentire la mia voce lo ha fatto arretrare di un passo. Mi ha detto che avrei dovuto bruciare, che quelli come me dovrebbero suicidarsi. Poi che sono una vergogna per la mia famiglia, che sono una depravata e una pessima figlia. Mia madre, che era con me per ascoltare la telefonata, è intervenuta in mia difesa. A quel punto l'aggressore è sparito" racconta ancora la 18enne. Purtroppo però quello non è stato l'ultimo episodio. "Il giorno dopo mi ha cercato con un altro account. Mi ha scritto "fai schifo, scimmia". Da lì non l'ho più sentito, ma voglio denunciare quanto accaduto alle forze dell'ordine. Non mi era mai capitato un attacco simile. La mia famiglia mi ama e mi ritengo fortunata in questo. A lasciarmi sconvolta il fatto che io abbia sempre visto queste cose capitare agli altri: vedersi colpiti fa male anche se sei una persona che ha molte certezze. Se fosse successo a una ragazzina più piccola o più fragile?". Silvia conclude raccontando dei suoi genitori, feriti quanto lei dalla violenza di quelle telefonate. "Sono molto affezionata a loro e i messaggi che più mi hanno ferita sono quelli che riguardavano il mio essere figlia".

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L'associazione che ha raccolto la denuncia

I primi a raccontare quanto accaduto sono i ragazzi dell'associazione Mixed Lgbti che si occupano di diritti civili sul territorio di Bari. Proprio loro hanno lanciato la prima denuncia social che poi ha fatto il giro del web. "La sensazione è che queste persone siano sempre più con la discussione sulla legge contro l'omotransfobia. Abbiamo ricevuto richieste d'aiuto di ogni tipo, ma siamo impegnati ormai da anni in questo campo. Le parole d'odio sembrano essere aumentate, forse perché c'è anche più clamore, ma le violenze sono di ogni genere. Ci è capitato di accogliere in sede persone scappate di casa alle quali mancavano vestiti e cose basilari come lo spazzolino da denti".

A Fanpage.it l'associazione racconta un quadro in cui non è più possibile distinguere generazioni. "Purtroppo l'omofobia si è polarizzata: può riguardare i più anziani come i giovanissimi.  La sensazione è che sia diventato un problema più vasto, paradossalmente, rispetto a qualche anno fa. Affidarsi solo al ricambio generazionale potrebbe essere un'illusione: serve educazione. Proprio come nel caso di questo aggressore anonimo: quando abbiamo ricevuto le registrazioni della telefonata di Silvia, siamo stati molto fieri di lei. Ha cercato di dialogare con questa persona, per provare a capire cosa la infastidisse tanto. Purtroppo non è possibile parlare con tutti. Conforta però il fatto che nonostante aggressioni del genere siano all'ordine del giorno ormai, ancora ci si stupisca di attacchi gratuiti come questi".

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