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Spesa di Natale e Capodanno, aumentano i prezzi di panettone e pandoro: quanto spenderanno gli italiani

Aumenta il costo del carrello della spesa, così come i generi alimentari della tradizione natalizia come pandoro, panettone, cotechino e lenticchie. Quanto spenderanno gli italiani per i cenoni di Natale e Capodanno secondo i dati rilevati da Federconsumatori.
A cura di Chiara Ammendola
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Il costo del carrello della spesa è aumentato e gli italiani ne risentiranno anche e soprattutto in occasione dei cenoni di Natale e Capodanno. A confermare l'aumento dei prezzi è Federconsumatori che ha registrato un'impennata per i generi alimentari della tradizione natalizia che arriva al 52%: rispetto allo scorso anno sono infatti aumentati i prezzi di panettone e pandoro, così come di cotechino, lenticchie e zampone. Costano di più anche i dolciumi come il torrone o la frutta secca.

“Ci sono aumenti del 12-13% secondo i dati Istat soprattutto sui prodotti freschi e questi si riflettono sulla spesa di Natale – spiega a Fanpage.it Marzio Gavoni, presidente Federconsumatori Modena – dentro ci sono prodotti tipici come il panettone che è tra quelli che hanno fatto registrare una maggiore crescita dei prezzi. Il consumatore a Natale si troverà ad affrontare un problema che ha tutto l'anno, ovvero un carrello della spesa che è cresciuto più dell'inflazione”.

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Nello specifico il panettone ha fatto registrare un rincaro del 23% passando da 10,90 euro nel 2021 a 13,20 euro nel 2022, il pandoro, la cui vendita è in calo ormai da anni, ha invece fatto registrare un aumento del 21% rispetto allo scorso anno. Gli aumenti di prezzo maggiori li fanno registrare i datteri (+52%), la frutta secca (+40%) e i fichi secchi (+32%). Per i prodotti tipici del Capodanno invece, il cotechino è aumentato del 20% con un costo medio di 11,30 euro mentre le lenticchie sono aumentate del 19% con un costo di 14,34 euro.

Ciò nonostante però secondo Federconsumatori "gli italiani non sono disposti a ridimensionare la spesa in alimenti da mettere in tavola o da offrire in dono, sebbene si attenda un atteggiamento estremamente previdente su tutti gli altri acquisti". Molti infatti sceglieranno da donare ai propri cari i “regali food” come miele (con circa il +300% di richieste), vini, formaggi e prodotti tipici.

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“In questo momento l'arretramento dei redditi è clamoroso – continua Govoni – ogni tanto qualcuno paragona questo periodo agli anni '70 ma lo fa dimenticando che all'epoca c'erano degli strumenti di adeguamento automatico dei salari e delle pensioni. In assenza di meccanismi di questo tipo, l'inflazione sopra il 10% si trasmette drasticamente sulle retribuzioni, sul reddito delle persone e quindi anche sui consumi. L'ulteriore ed ennesimo successo dei discount conferma che il consumatore è orientato verso luoghi in cui i prodotti sono sicuramente di qualità inferiore, ma dove i prezzi sono assolutamente più ridotti”.

E il costo è anche ciò che guiderà la scelta dei regali degli italiani che tenderanno a preferire i cosiddetti regali utili: “Si tratta di un arretramento inevitabile del regalo medio – spiega Federconsumatori a Fanpage.it – il costo di quanto spenderanno gli italiani sarà molto più basso rispetto allo scorso anno e sarà ancora più piccola quella parte di regali possiamo dire inutili. Ci si concentrerà su regali di valore più modesto e soprattutto utili”.

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Un'altra questione riguarda anche i prezzi dei ristoranti e quindi del cenone di Natale e/o Capodanno che hanno registrato incrementi che vanno tra il 15-20% e anche di più: “Se negli anni del Covid da parte dei ristoratori c'era un'attenzione a mantenere la clientela – spiega Govoni – ora c'è stato un deragliamento dei prezzi. Poi magari alcuni prodotti restano bassi, come il costo di una pizza Margherita, ma bisogna guardare l'insieme e oggi l'insieme ci dà dati sconfortanti. Una famiglia composta da tre o quattro persona ha difficoltà ad andare a cena fuori più di una volta ogni due mesi. Di conseguenza anche il prezzo dei cenoni si è alzato di molto”.

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