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Sparò al ladro che rubava nel suo negozio, tabaccaio a processo per omicidio volontario

Il tabaccaio di Pavone Canavese, nel Torinese, che sparò e uccise un ladro cinque anni fa andrà a processo con l’accusa di omicidio volontario. “Chiederemo l’assoluzione ai sensi della nuova legge sulla legittima difesa”, hanno dichiarato però i suoi avvocati.
A cura di Antonio Palma
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Andrà a processo con la pesantissima accusa di omicidio volontario il tabaccaio di Pavone Canavese, nel Torinese, che sparò e uccise un ladro che aveva sorpreso a rubare nel suo negozio. Lo hanno stabilito i giudici dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da parte della Procura di Ivrea. A Cinque anni dai quei drammatici fatti, in cui fu ucciso il giovane Ion Stavila, per il tabaccaio Franco Iachi Bonvin parte dunque un procedimento penale con l'accusa peggiore.

Il processo a carico del tabaccaio piemontese si aprirà il prossimo 10 maggio data in cui è stata fissata la prima udienza. Il procedimento avverrà con la formula del rito abbreviato, così come chiesto dalla difesa dell'uomo che però conta di poter sostenere l'innocenza dell'imputato, basandosi sul concetto di legittima difesa. In particolare i legali del tabaccaio hanno annunciato di voler sostenere l'applicabilità della nuova legge sulla legittima difesa. "Chiederemo l'assoluzione ai sensi della nuova legge sulla legittima difesa", hanno dichiarato infatti gli avvocati Mauro Ronco e Sara Rore Lazzaro.

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I fatti oggetto del dibattimento in aula si consumarono nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2019. Quella notte Franco Iachi Bonvin, che abitava sopra il negozio,  venne svegliato dall'allarme alle 3 di notte e si affacciò scoprendo che almeno tre persone avevano assaltato la tabaccheria. L'uomo sparò con la sua arma e colpì a morte Ion Stavila con un colpo di pistola.

Nelle fasi iniziali dell'inchiesta, il commerciante era stato accusato di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa ma la giudice, dopo aver analizzato le prove, aveva chiesto alla Procura di cambiare atto di accusa. Il tabaccaio infatti raccontò di aver sparato dopo una colluttazione coi malviventi ma la successiva autopsia sulla vittima dello sparo stabilì che il colpo era stato sparato dall'alto e da distanza.

I legali dell'uomo puntano ora alla normativa sulla legittima difesa che proprio nel 2019 aveva ristretto l’ambito della punibilità in caso di reazione a un furto aggiungendo tra le giustificazioni di chi commette il fatto anche lo stato di grave turbamento psicologico derivante da una situazione di pericolo. Nel processo non si costituirà parte civile la compagna dell'uomo ucciso in quanto già risarcita.

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