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Spara a una ragazza a Palermo, arrestato 21enne: “Il fucile l’ho trovato in un cassonetto”

Giuseppe Calì, il 21enne arrestato per aver esploso il colpo che ha ferito Valentina Peonio sabato sera a Palermo, ha detto agli inquirenti di aver trovato in un cassonetto il vecchio fucile con cui ha fatto fuoco.
A cura di Davide Falcioni
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Agli investigatori ha raccontato di aver trovato il fucile “in un cassonetto”, sabato sera. È questa la versione fornita da Giuseppe Calì, 21 anni, arrestato per aver esploso il colpo che ha ferito Valentina Peonio nella notte tra sabato e domenica in piazza Nascè, a Palermo.

Secondo la Squadra mobile, guidata da Antonio Sfameni e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, sarebbe stato il ventunenne a premere il grilletto di un fucile da caccia caricato a pallini. Per lui è scattato il carcere con l’accusa di detenzione di arma clandestina; è indagato anche per lesioni personali, omissione di soccorso e spari in luogo pubblico.

A suo carico, spiegano gli investigatori, ci sarebbero le immagini delle telecamere e le testimonianze della vittima e di un’amica. "Quel fucile l’ho trovato sabato sera dentro un cassonetto, vicino piazza Nascè", ha dichiarato Calì, residente a Borgo Nuovo e impiegato come pasticcere. Una versione ribadita anche davanti agli inquirenti: "L’ho trovato casualmente". Una ricostruzione che, però, non convince magistrati e polizia.

L’arma – un fucile risalente all’Ottocento – è ora al vaglio della polizia scientifica. È stato lo stesso indagato a indicare il punto in cui era stata nascosta: interrata in un terreno non lontano dalla sua abitazione, a Borgo Nuovo. Alcuni testimoni lo avrebbero visto con il fucile in mano, appena prelevato dal bagagliaio dell’auto.

Un altro testimone ha fotografato la vettura in fuga: uno scatto che si è rivelato decisivo per l’attività investigativa. In quei minuti concitati un residente ha chiamato il 112, facendo intervenire immediatamente forze dell’ordine e soccorsi. Poco dopo è arrivata anche la segnalazione di due pedoni investiti da un’auto, episodio che gli agenti hanno escluso sia collegato alla fuga di Calì.

La sua irreperibilità è durata fino a lunedì mattina, quando i poliziotti della Mobile si sono presentati a casa sua. Il giovane è crollato e ha confessato, indicando il nascondiglio dell’arma. Nell’interrogatorio del pomeriggio, davanti ai pubblici ministeri Sara Morri e Felice De Benedittis, ha insistito spiegando che si è trattato di un incidente.

Gli inquirenti al momento non contestano il tentato omicidio; resta l’accusa di lesioni.  Gli accertamenti tuttavia continuano anche sul passato del ventunenne, che risulta avere un solo precedente penale per rapina.

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