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Scomparsa Cristina Golinucci, nuove accuse contro il sospettato: “Tentò di violentarmi in pizzeria”

Nel corso della trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto? andata in onda ieri sera una donna cesenate ha rivolto nuove accuse all’uomo che potrebbe essere collegato alla scomparsa di Cristina Golinucci e alla morte di Chiara Bolognesi, avvenute 30 anni fa: “Mi spiava in modo ossessivo, in pizzeria mi bloccò al muro”.
A cura di Ida Artiaco
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"Appena l’ho conosciuto mi è sembrata una persona ’normale’, come gli altri; lo vedevo anche agli incontri di preghiera. Era particolarmente assillante nei miei confronti, cercava sempre di starmi vicino e mi importunava. Durante quei mesi mi ha molestato in tutti i modi".

A parlare è una donna che ha raccontato ai microfoni della trasmissione di Rai 3 Chi l'ha visto? di essere stata seguita ed aggredita dallo stesso uomo che oggi è sotto la lente di ingrandimento della Procura di Forlì nell'ambito delle indagini, da poco riaperte e collegate alla scomparsa di Cristina Golinucci e alla morte di Chiara Bolognesi, entrambe verificatisi 30 anni fa.

Nel corso della trasmissione andata in onda nella serata di ieri, mercoledì 15 febbraio, la donna in questione ha lanciato nuove accuse nei confronti dell'uomo, che si facesse parte dell'ambiente del volontariato cattolico.

"Le prove del coro erano alla parrocchia dell’Osservanza e lui era conosciuto dai frati proprio perché frequentava assiduamente quella parrocchia", ha raccontato la donna a Chiara Cazzaniga, che ha firmato il servizio.

Ha poi aggiunto: "Si nascondeva dietro i cespugli di casa, seguendomi ovunque anche quando mi trovavo con il mio fidanzato, tanto che il più delle volte lui voleva intervenire, ma sono stata io ad impedirglielo perché allora ero veramente terrorizzata e temevo che poi potesse succedergli qualcosa. Oltre a seguirmi mi spiava in modo ossessivo".

L'episodio clou sarebbe accaduto in una pizzeria cesenate nel 1995, quindi pochi anni dopo la morte di Chiara e la scomparsa di Cristina, il cui corpo, si ricorda, non è mai stato ritrovato: "Ci trovavamo tutti in pizzeria, una cinquantina di persone appartenenti al coro. Mi alzai per andare in bagno, e lui entrò e mi aggredì bloccandomi al muro col chiaro intento di usare violenza. Non so neanche come io sia riuscita a divincolarmi, e lui subito si ricompose".

Infine, ha concluso la donna, "mi confidai con un prete di Rimini che gli parlò. Lui allora si sentì ’scoperto’ proprio in quell’ambiente dove invece lui voleva mostrarsi come esempio".

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