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Scompare durante escursione, dopo mesi di ricerche Pietro si fa vivo: “Volevo che mi credessero morto”

Nonostante ricerche durate giorni e appelli pubblici attraverso tv e giornali, in questi mesi l’uomo non era mai uscito allo scoperto tanto che si era pensato anche a un suo prematuro decesso. “Vorrei solo far sapere a mia moglie, ai miei figli che sto bene” ha spiegato Pietro Martini.
A cura di Antonio Palma
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“Volevo che mi credessero morto”, così si è giustificato Pietro Martini, il 43enne che si è rifatto vivo improvvisamente dopo essere scomparso nel nulla all’inizio di giugno dal Trentino senza lasciare tracce.

Nonostante ricerche durate giorni e appelli pubblici attraverso tv e giornali da parte dei familiari, l’uomo non era mai uscito allo scoperto tanto che si era pensato anche a un suo prematuro decesso, ora però l’italo tedesco ha deciso finalmente di rassicurare i parenti, confermando però la volontà di non voler tornare, almeno per ora.

Come riporta il quotidiano l'Adige, a cui Martini ha scritto una e-mail dicendosi disponibile a un'intervista, l’uomo ha spiegato che sta bene ma non vuol fare sapere dove si trova.

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“Vorrei solo far sapere a mia moglie, ai miei figli che sto bene. Mi dispiace se li ho fatti soffrire perché sono persone che amo, ma quello che volevo e che voglio è togliermi di mezzo per permettere loro di vivere meglio” ha scritto l’uomo sparito oltre sei mesi fa durante una escursione a Pinzolo, in provincia di Trento.

Martini, nato in Germania da genitori italiani e residente all’estero, si trovava in un albergo trentino quando uscì dicendo di voler fare un’escursione ma da allora era sparito nel nulla.

L’ultimo suo contatto era stato con la moglie tedesca alla quale, con un messaggio vocale, aveva detto di avere il cellulare scarico. Da quel momento però nessuno ha più avuto sue notizie.

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Non venendolo rientrare, era partita la segnalazione di scomparsa e le relative ricerche. In campo erano stati schierati circa un centinaio di persone tra volontari, vigili del fuoco, tecnici del soccorso alpino e carabinieri coadiuvati da unità cinofile con i cani molecolari. Le ricerche erano andate avanti per giorni ma senza alcun esito fino a che si era deciso di interrompere.

All'inizio si temeva che fosse morto durante l'escursione ma nei mesi successivi era emersa sempre di più l’ipotesi di un allontanamento volontario tanto che la famiglie, in particolare la moglie Katja, aveva lanciato appelli pubblici anche alla tv tedesca e uno alla trasmissione "Chi l' ha visto?".

Ipotesi che ora si è rivelata fondata. “Una fuga decisa per una situazione emotiva pesante” ha raccontato Martini smentendo invece l’ipotesi di un possibile arruolamento in Ucraina. "Non sono in Ucraina, non ho mai pensato di andare a combattere. Sono a Est, ma lontano dalla guerra” ha spiegato.

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