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Sciopero benzinai: da sabato 14 giugno stop ai self service

Si comincia domani alle 7 e si va avanti fino alle 19.30 di martedì. Mercoledì sarà invece la volta della serrata di tutte le stazioni di rifornimento, anche con servizio.
A cura di Biagio Chiariello
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Da domani e per almeno 5 giorni a tener banco in Italia sarà lo sciopero dei benzinai. Dalle 7 di domani, sabato 14 giugno, e fino alle 19,30 del 17 giugno saranno chiuse le macchine self service delle pompe di carburante durante l’orario di apertura degli impianti. Ciò vuol dire che non sarà possibile approfittare degli sconti garantiti dal fai da te. Quindi mercoledì 18 giugno ci sarà lo sciopero generale che riguarderà rete stradale e autostradale. A Roma è prevista anche una manifestazione nazionale dei gestori. La protesta è destinata a generare un aumento di 1,5 centesimi al litro, almeno secondo la previsione che si legge nel Rapporto settimanale di Figisc, Anisa e Confcommercio. Sul prezzo in Italia, spiega Maurizio Micheli, Presidente nazionale di Figisc Confcommercio, "pesano 24,3 centesimi al litro di imposte più della media dell'Unione europea".

Perché scioperano i benzinai

In un comunicato congiunto Fegica-Cisl, Faib Confesercenti e Figisc/Anisa Confcommercio, spiegano i motivi della serrata generale: “I prezzi ingiustificatamente più alti che vengono imposti ai gestori ed agli automobilisti dalle compagnie petrolifere sono la conseguenza per un verso di norme troppo spesso violate e per l’altro di un sistema che attende da troppi anni di essere profondamente riformato”. "Ottenere la puntuale applicazione delle leggi che pretendono di garantire ai gestori condizioni eque e non discriminatorie per competere nel mercato, in altre parole prezzi più bassi e competitivi anche a beneficio degli automobilisti che da loro si riforniscono quotidianamente, unitamente all'avvio di una reale ristrutturazione ed ammodernamento della rete di vendita ed alla ripresa di una contrattazione collettiva che ponga fine ad un lungo periodo di strappi ed aggressioni alla categoria da parte delle compagnie -concludono i gestori-, sono in estrema sintesi le condizioni essenziali per riaprire un confronto credibile teso a trovare nuovi equilibri per un settore condotto da scelte folli a ritrovarsi in condizioni letteralmente drammatiche".

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