Api invadono tavoli di un ristorante a Peschiera del Garda: proprietari ne bruciano 80mila, scatta denuncia

Una tranquilla giornata di primavera si è trasformata in caos e indignazione a Peschiera del Garda. Era mezzogiorno di mercoledì 30 aprile e il centro storico pullulava di turisti intenti a pranzare nei ristoranti all’aperto. Improvvisamente, due sciami di api – circa 80 mila esemplari – si sono posati su un tavolino di un locale, generando paura e scompiglio tra i clienti, che si sono dati alla fuga.
Nel tentativo di risolvere la situazione, qualcuno del personale – forse un cameriere, forse il titolare, che però nega ogni coinvolgimento – ha messo in atto una manovra tanto improvvisata quanto inaccettabile: alcune salviette di carta sono state cosparse di olio d’oliva e incendiate, con l’obiettivo di disperdere gli insetti.
Il risultato è stato devastante: migliaia di api bruciate vive, parte dello sciame sterminato, e uno degli episodi più gravi di crudeltà contro questi insetti avvenuti recentemente. A riportare la notizia è il Corriere del Veneto.
Denunciati i responsabili
"Quando sono arrivato, ho trovato una delle due api regine morta e l’altra mezza viva", racconta Massimiliano Isacco Sandri, apicoltore volontario dell’associazione S.O.S. Arav. "Ho usato i suoi feromoni per salvare quante più api possibile, molte si erano disperse".
A Peschiera del Garda, durante un’affollata giornata nel centro storico, due sciami di api sono stati bruciati con olio d’oliva da ignoti in un ristorante. Oltre 80mila api uccise. Denunciati i responsabili: ucciderle è un reato. Indignazione degli apicoltori.L’intervento degli agenti della polizia locale ha portato all’identificazione dei responsabili e alla segnalazione dell’episodio alla Procura. Le api, infatti, sono protette dalla legge: ucciderle intenzionalmente è un reato, poiché sono considerate essenziali per la biodiversità, l’impollinazione e l’equilibrio dell’ambiente. Bruciarle, oltre che barbaro, è illegale.
"Un gesto gravissimo", le parole degli apicoltori
"È stato un gesto gravissimo", afferma Gerardo Meridio, presidente dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto. "Quando si avvista uno sciame, bisogna mantenere la calma, allontanare le persone e contattare i professionisti del settore. I nostri apicoltori sono autorizzati e intervengono in sicurezza".
Il caso ha acceso i riflettori su un problema che nel Veronese si sta aggravando: l’adozione sempre più frequente di metodi “naturali” di apicoltura, che lasciano le api libere di sciamare senza un controllo strutturato. "In certe zone della città, come le Torricelle o l’area dello stadio, arrivano anche 30 chiamate al giorno", spiega Meridio. "Un alveare abbandonato o gestito male diventa un pericolo per tutti".
Sciami di api fuori controllo e allarmi continui
"Le api sono di tutti ma non per tutti", dichiara Sandri. "Occorre educare chi vuole occuparsene. Solo nella giornata del 2 maggio abbiamo ricevuto 26 chiamate, e il giorno prima del 25 aprile addirittura 54. Io passo le mie giornate a rincorrere sciami per tutta la provincia".
Quella che poteva essere una semplice operazione di recupero è diventata una tragedia ambientale evitabile. E oggi, oltre allo sciame distrutto, resta l’amarezza di dover ancora ribadire che le api non vanno toccate, né tantomeno bruciate. La legge le protegge, e con loro anche il fragile equilibrio del nostro ecosistema.