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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, il padre accusa il fidanzato: “È stato lui a rapirla e ucciderla”

Così, in un servizio di “Quarto Grado”, si esprime l’avvocato del padre di Saman Abbas, la ragazza uccisa a Novellara (Reggio-Emilia), riportando le parole del proprio assistito, Shabbar Abbas, ora in carcere in Pakistan.
A cura di Biagio Chiariello
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 "I genitori non c’entrano nulla e neanche la famiglia. Per noi i colpevoli sono o il fidanzato o qualcuno nella comunità italiana". Lo ha detto in un'intervista a ‘Quarto Grado', che andrà in onda questa sera su Retequattro, Akhtar Mahmood, l'avvocato di Shabbar Abbas, il padre di Saman, la ragazza pakistana uccisa il 1° maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, probabilmente per aver rifiutato un matrimonio combinato.

"È stato incolpato Danish, per esempio, ma, al momento, né noi né voi possiamo dire cosa sia successo realmente", ha aggiunto il legale l'avvocato. "Si punta il dito senza avere prove".

Ayub Saquib, il fidanzato di Saman, oggi ha 23 anni e vive sotto protezione nel Nord Italia. La famiglia della giovane ucciso non l'avrebbe mai accettato come compagno della ragazza.

Saman e il fidanzato che la famiglia non accettava
Saman e il fidanzato che la famiglia non accettava

La scorsa settimana è iniziato il processo nei confronti dello zio (Danish) e dei cugini di Saman (Ijaz e Nomanulhaq): i tre sono accusati di essere gli esecutori materiali del delitto. Si riprenderà il 17 marzo con l'audizione dei primi testimoni indicati dalla Procura di Reggio Emilia, personale di polizia giudiziaria che ha svolto le indagini sull'omicidio.

Il padre della giovane, anch'esso indagato per l'omicidio, è in Pakistan in attesa di estradizione. Di recente è stata rinviata per la dodicesima volta l’udienza riguardante l’estradizione del genitore e la prossima è fissata per il 21 febbraio. La madre è ancora latitante.

Il fratello di Saman si è invece costituito parte civile. Il giovane, minorenne e all'epoca dei fatti sedicenne, è testimone chiave nel processo ai cinque familiari. Ed ora ha paura: "È tuttora certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella. Me lo ha detto lui, riportando circostanze che potranno essere confermate da altri testimoni". A rivelarlo è l’avvocato Valeria Miari, che tutela il 17enne. Il ragazzino vive tuttora in una situazione protetta, è colui che ha accusato lo zio di esserne l'esecutore materiale del delitto.

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