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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, cronaca di un omicidio premeditato: dal quad allo zio, gli ultimi video del giallo

Che cosa è successo nelle ore antecedenti alla scomparsa di Saman Abbas? Cosa ci dicono le ultime immagini emerse?
A cura di Anna Vagli
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Sono 120 ore di immagini quelle riprese dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola dove lavoravano i membri del clan Abbas. Ma l'attenzione, come emerso anche lo scorso venerdì alla trasmissione Quarto Grado, si è concentrata fin da subito sui frame che immortalano le ultime 48 ore di vita di Saman. Nuove immagini che rendono ancora più inquietante il piano diabolico studiato a tavolino da Nazia e Shabbar per lavare con il sangue di quest'ultima l'onorabilità lesa della famiglia. Di ieri la notizia del rinvio a giudizio dei familiari indagati e accusati della morte della diciottenne di Novellara.

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L'elemento che più di tutti  ha attirato l'attenzione degli inquirenti è il passaggio del quad guidato dal fratello della ragazza pakistana. Difatti, fin dall'inizio, le ricerche di quest'ultima si erano concentrate negli ottanta ettari di terreno che abbracciano le 180 serre. Estese, addirittura, per 80 ettari. E ciò perché si pensava che i familiari della scomparsa non avessero a disposizione alcun mezzo per trasportarne il corpo. Le nuove immagini, invece, trasmesse in esclusiva dal programma Mediaset, hanno inevitabilmente portato gli investigatori ad ipotizzare che quel mezzo – capace di viaggiare fuori strada – può essere stato astrattamente utilizzato per spostare il cadavere. Ad alimentare il dubbio, in questo senso, c'è il dato per il quale il quad è completamente sparito dal radar delle telecamere nei giorni successivi alla scomparsa di Saman.

In verità, dal mio punto di vista, quad o non quad è verosimile che Saman non sia mai uscita da quella zona, ma che si trovi sotto qualche serra. È vero che è stata cercata senza sosta e con ogni mezzo – addirittura con georadar ed elettromagnetometro che sono in grado di rilevare la presenza di un corpo fino a 6 metri di profondità – ma se il delitto, come quello di Saman, è stato ampiamente pianificato, chi lo ha commesso ha avuto un vantaggio di tempo per capire dove e come occultare il suo cadavere. Di conseguenza, il ritrovamento di tutto o anche solo di una parte di quest’ultimo diventa quasi impossibile senza l’input di chi ha partecipato a quell’orribile delitto.

L’accurata premeditazione del delitto di Saman la si coglie anche attraverso l’analisi visiva del video delle 19.25 del 29 aprile. Quest'ultimo ritrae infatti lo zio Danish insieme ai cugini di Saman recarsi nei campi quando la loro attività lavorativa era già cessata. Le stesse persone che, due ore dopo, recuperate le pale, si addentreranno nuovamente nelle serre. Per fare cosa? Forse per scavare una fossa in vista dell'orribile delitto?

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Entrando ancor più nel dettaglio, è possibile tracciare un quadro dell'atteggiamento degli uomini coinvolti. In particolare, osservando i loro movimenti sembrano ragni che tessono la tela. La regia organizzativa è stata affidata allo zio Danish dai genitori di Saman. Che, ad un certo punto, si ferma a scambiare qualche parola anche con Nazia.

Ma torniamo alla pianificazione. Tutti e tre i soggetti ripresi camminano in maniera organizzata. Ed è facile pensare che ognuno abbia ricevuto un compito specifico. Ancora. Nessuno mostra alcun momento di esitazione e la loro andatura trasuda una tranquillità agghiacciante. Come se stessero svolgendo una qualsiasi altra attività routinaria.

Questo tipo di analisi è in grado di darci ulteriori informazioni. Quando tutti noi camminiamo il nostro corpo ruota naturalmente. Ma quando la rotazione è eccessiva significa che si è inclini alla violenza. Negli uomini del video è lampante la disarmonia tra la direzione assunta dal busto e quella mostrata dal bacino in giù. In questo senso, è possibile prendere a modello la camminata dello zio Danish. Sono le 21.54 del 29 aprile 2021. Simili rotazioni del suo corpo sono evidenti, come del resto la sua andatura spedita, non solo quando si dirige verso le serre con la pala in mano. Ma, a maggior ragione, quando ormai si è fatta notte, e fa cenno a a Numanullaq, cugino di Saman, di seguirlo dietro l’abitazione. In quel momento ha in mano una pentola e una sigaretta. Proprio quella rotazione del braccio, oltre a rappresentare un gesto da indicazione del luogo, costituisce anche un chiaro segnale: in quel momento sta dando un ordine ben preciso. Cronaca di un omicidio premeditato.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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