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Rossella Corazzin, scomparsa a 17 anni nel 1975: “È stata uccisa, coinvolto il mostro di Firenze”

Sono stati pubblicati alcuni stralci della relazione finale della Commissione bicamerale Antimafia sul giallo di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa nel Bellunese nel 1975: “Tra i responsabili della morte neonazisti, massoni e il serial killer di Firenze”.
A cura di Ida Artiaco
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Rossella Corazzin aveva solo 17 anni quando scomparve nel nulla a Tai, nel Bellunese, dove era in vacanza con i genitori e dopo aver lasciato delle lettere nelle quali accennava al fatto di aver conosciuto un certo "Gianni". Era l'estate del 1975 e da allora di lei non è più avuta traccia. Dopo più di 45 anni, tuttavia, emergono nuovi dettagli sul giallo.

A renderli noti è stato il Corriere del Veneto, che ha diffuso oggi alcuni stralci della bozza della relazione finale della Commissione bicamerale Antimafia, che verrà resa nota nei prossimi giorni e che spiegherebbe come la ragazza è stata uccisa. E sarebbe coinvolto anche il mostro di Firenze. Ma facciamo un passo indietro.

Il caso Corazzin nella relazione della Commissione bicamerale Antimafia

Perché dopo quasi mezzo secolo il caso è tornato alla ribalta delle cronache? La Commissione bicamerale Antimafia ha ripreso e dettagliato la ricostruzione dei fatti fornita sulla vicenda da Angelo Izzo, il "mostro del Circeo". Fu lui, infatti, nel 2016, con le sue dichiarazioni a far riaprire il caso Corazzin, che poi venne archiviato dalla procura di Perugia giudicando la sua versione inattendibile.

Ma secondo la bozza della relazione finale della Commissione i fatti raccontati da Izzo non possono essere liquidati come non credibili. Nelle conclusioni, si legge che nelle parole di Izzo "emergono riferimenti che non hanno trovato smentita".

Il riferimento a Francesco Narducci

"Dal racconto emergono elementi – si sottolinea – che non hanno trovato smentita, specie per quanto riguarda il medico perugino e la sua villa sul Trasimeno". Il riferimento sarebbe a Francesco Narducci, professore dell'ateneo perugino e gastroenterologo di fama, scomparso misteriosamente nel 1985, quando il suo nome cominciò ad essere associato ai delitti del Mostro di Firenze.

Come spiega Il Corriere, il lavoro d’inchiesta della commissione – che si è sciolta con le Camere ed era presieduta da Nicola Morra mentre la relazione sulla Corazzin è stata coordinata dall’avvocata Stefania Ascari (M5s) – è iniziato interrogando in carcere, nel 2021, il pluriomicida Angelo Izzo, ed è proseguito cercando riscontro alle sue presunte rivelazioni. Secondo Izzo,  il "Gianni" di cui scriveva Rossella era proprio Gianni Guido, altro responsabile del massacro del Circeo, e al delitto parteciparono diverse persone, almeno una decina.

Si sarebbero alternate per giorni nella villa di San Feliciano di Magione messa a disposizione proprio da Narducci, che apparteneva al gruppo della "Rosa Rossa" (già affiorato nelle passate inchieste sul «mostro») e a quello satanico-nazista dei "Nove Angoli", dedito ai sacrifici umani. Proprio in quella casa, Rossella Corazzin fu trasferita dopo il rapimento nel Bellunese (e una tappa intermedia a Riccione), sottoposta a un rito satanico, violentata e infine uccisa.

Cosa collega Narducci a Rossella Corazzin

Ma cosa collegherebbe precisamente Narducci alle montagne venete da cui Rossella scomparve? "Una casa di villeggiatura che lui aveva in Cadore, questo significa che bazzicava quelle zone", spiega la deputata Ascari al Corriere. Oltre a Gianni Guido, che in quei giorni si trovava in vacanza a Cortina. "Lui ora vive in un’altra dimensione – prosegue – molto distante dagli ambienti estremisti, e nega tutto. Ma noi non possiamo non notare le similitudini delle due vicende: Corazzin e Circeo, anche solo per la brutalità dei modi". Toccherà alla futura Commissione antimafia il compito di proseguire il lavoro di indagine.

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