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Rimandato a casa dall’ospedale, bimbo di un anno morì per disidratazione: Asl dovrà risarcire

La vicenda risale a oltre dieci anni fa, all’estate 2013, quando i genitori col bimbo piccolo stavano trascorrendo le vacanze in Puglia. L’Asl di Taranto è stata condannata dal tribunale civile a risarcire la famiglia del piccolo con un milione di euro per danni.
A cura di Antonio Palma
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immagine di repertorio
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Alle prese con una grave forma di gastroenterite, i genitori lo avevano portato in ospedale dove però fu visitato e dimesso con terapia domiciliare ma il piccolo di un anno si aggravò irrimediabilmente a causa della disidratazione e morì nonostante un nuovo ricovero d'urgenza. Per questo ora l'Asl di Taranto è stata condannata dal tribunale civile a risarcire la famiglia del piccolo con un milione di euro per danni. Lo comunicano i legali della famiglia, spiegando che il giudice ha riconosciuto il nesso di causalità tra la condotta dei sanitari dell'ospedale e il decesso del bambino.

La vicenda risale a oltre dieci anni fa, all'estate 2013, quando i genitori col bimbo piccolo stavano trascorrendo le vacanze in Puglia nella zona di Chiatona. Il piccolo iniziò a vomitare insistentemente tanto da spingere i genitori a portarlo in pronto soccorso all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Qui i medici diagnosticarono correttamente una gastroenterite in corso ma, dopo le visite al pronto soccorso, dal reparto di Pediatria lo rimandarono a casa con una terapia domiciliare orale per reidratarlo.

Le cose però non migliorarono e il vomito non cessava, così i genitori lo portarono di nuovo in pronto soccorso. Qui però i sanitari non sarebbero riusciti più a porre rimedio con un'idratazione per via endovenosa, secondo i legali della famiglia del bimbo, e il piccolo morì nella notte del 30 luglio di quell'anno dopo una repentina degenerazione delle sue condizioni di salute e, infine, un arresto cardiaco.

La vicenda era già finita in tribunale dopo la denuncia dei genitori ma la procura formulò richiesta di archiviazione per la vicenda penale, accettata dal Gip nonostante l'opposizione dei parenti del bimbo. Ora  il giudizio civile per colpa sanitaria a carico della Asl. La sentenza della giudice Annagrazia Lenti della sezione civile del tribunale di Taranto ha stabilito che "Qualora i sanitari avessero disposto il ricovero ospedaliero del paziente già in occasione del primo accesso al Pronto Soccorso ed avessero quindi attivato da subito le procedure di reidratazione per via endovenosa, le condizioni di salute del bambino non sarebbero ulteriormente degenerate e quindi non sarebbe deceduto per arresto cardiaco".

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