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Rifugi e santuari: luoghi dove gli animali vivono liberi e salvi dalla violenza dell’uomo

“Luoghi in cui incontrare gli animali cosiddetti da reddito, sfruttati, reduci da maltrattamenti, che hanno una nuova vita”. La Rete dei Santuari riunisce i rifugi italiani, che chiedono di essere riconosciuti a livello giuridico come realtà diverse degli allevamenti, perché gli animali sono salvi e non vengono utilizzati in alcun modo.
A cura di Alessia Rabbai
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La Rete dei Santuari degli Animali Liberi sparsi in Italia è un network che coordina e riunisce alcuni tra i più rappresentativi o antichi rifugi per animali cosiddetti da reddito, reduci dallo sfruttamento e dai maltrattamenti. Nasce nel 2010 con la volontà di mettersi insieme e risolvere i problemi con cui i santuari e rifugi si trovano ad avere a che fare come realtà uniche nel loro genere, per condividere esperienze dal punto di vista gestionale e medico veterinario. "Ospitiamo animali che vivono liberi, che non vengono utilizzati in alcun modo, né per le loro carni, né per uova, latte e formaggio, ma dove vengono riconosciuti come individui, per incontrarli ed ascoltare le loro storie – ha spiegato a Fanpage.it Sara D'Angelo, responsabile di Vitadacani-Santuario Porcikomodi e portavoce della Rete dei Santuari degli Animali Liberi – Non li acquistiamo né vendiamo, arrivano perché ‘scarti di produzione', sottoposti a sequestro penale, provenienti da allevamenti o da fattorie".

"Non siamo allevamenti, serve riconoscimento giuridico"

Uno degli obiettivi della Rete dei Santuari è quello di arrivare al riconoscimento di questi luoghi come realtà diverse dall'allevamento. "Attualmente dal punto di vista normativo non esistono, ma sono equiparati agli allevamenti – continua Sara – Ciò significa che i controlli devono soddisfare gli stessi requisiti e standard degli animali destinati al consumo umano, un problema burocratico e concreto che si traduce ad esempio nel non poter togliere i marchi e somministrare alcuni tipi di medicinali che servono quando stanno male". Ma si intravede uno spiraglio, un dialogo con le istituzioni: "Dal 2012 abbiamo intrapreso una discussione con il Ministero della Salute per trovare dei punti d'incontro, con l'obiettivo di dotarli di microchip, di toglierli dall'anagrafica degli animali da reddito e di inserirli nella banca dati degli animali d'affezione".

Rifugio Miletta ad Agrate Conturbia

Uno dei rifugi che si trovano nel Nord Italia è il Miletta ad Agrate Conturbia, in provincia di Novara, anche Cras, ossia Centro di Recupero per Animali Selvatici, attivo 24 ore su 24. "Parte del nostro lavoro che portiamo avanti con tanto impegno è quello di sensibilizzare le persone a soccorrere e a segnalarci gli animali selvatici investiti e ad oggi ce ne arrivano tantissime dalla provincia di Novara – racconta Alessandra Motta – Ogni animale che arriva da noi ha scheda d'ingresso e teniamo informate le persone che lo hanno trovato sul suo stato di salute. Abbiamo caprioli, ricci, daini, ben ventiquattro cinghiali, volpi, faine, uccelli, poiane upupe, rondoni, gheppi, falchi pellegrini, cerchiamo di diffondere una cultura diversa di relazione con l'animale, li curiamo per poi reintrodurli in natura".

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Fattoria di Nonno Peppino a Cerignola

Nel Sud Italia c'è la Fattoria di Nonno Peppino, o meglio una ‘non fattoria', che sorge a Cerignola, in provincia di Foggia. Un luogo che si può visitare, andando a trovare i simpatici animali che lo abitano, tra i quali anche Mariarosa, il maiale femmina che si è lanciato da un camion diretto al macello riconquistando la libertà. "Si possono fare anche tante attività da soli o in gruppi, tra le quali il volontariato: distribuire il fieno nelle mangiatorie, pulire stalle e recinti, cambiare l'acqua negli abbeveratoi, riparare e costruire staccionate, tettoie e punti di riparo per gli animali – hanno spiegato i proprietari, Sara e Vito – Oltre agli eventi benefit, come pranzi, cene, corsi di vario tipo, attività sociali ed incontri a tema, ai quali partecipare per contribuire alle spese della fattoria, è possibile pernottare all'interno di una roulotte oppure portando con sè la propria tenda, con vitto e alloggio gratuiti in cambio di un aiuto nei lavori".

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