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Reggio Emilia, giovane uccisa nel sonno dal monossido di carbonio. Grave il fidanzato

Una giovane marocchina di 21 anni è stata stroncata dalle esalazioni di monossido di carbonio emanate da un braciere acceso per scaldarsi in una abitazione a Cadelbosco Sopra, nella provincia di Reggio Emilia. A dare l’allarme, al mattino, è stato il fidanzato di 25 anni, anche lui rimasto intossicato e ora ricoverato in ospedale.
A cura di Susanna Picone
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Una ragazza poco più che ventenne di origine marocchina è stata trovata morta nell’abitazione dove viveva con il compagno di venticinque anni, in via Gabella 21 a Cadelbosco Sopra, nella provincia di Reggio Emilia. A uccidere nel sonno la giovane donna sarebbe stato il monossido di carbonio emanato da un braciere che i due ragazzi avrebbero utilizzato per riscaldare la camera da letto sprovvista di riscaldamento. Le esalazioni hanno anche gravemente intossicato il compagno, attualmente ricoverato in gravi condizioni e inviato d’urgenza al trattamento in camera iperbarica a Fidenza. La tragedia si è consumata nella notte tra lunedì e martedì. A dare l'allarme nella tarda mattinata di ieri, secondo la ricostruzione dei quotidiani locali, è stato il giovane fidanzato di venticinque anni, un ragazzo di origine egiziana e residente in paese, che intontito quando si è svegliato ha telefonato a una parente per chiedere aiuto. A quel punto è partita una chiamata al 118.

La giovane vittima viveva da poco nel Reggiano – Sul posto a Cadelbosco Sopra sono intervenuti i sanitari del 118 che però non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della giovane marocchina. Il fidanzato invece, presentava gravi sintomi di intossicazione ed è stato subito portato in ospedale per le cure necessarie. Non sarebbe in pericolo di vita. In via Gabella sono intervenuti anche i carabinieri della stazione locale che hanno ricostruito quanto accaduto. La magistratura, ritenendo chiare le cause del decesso, non ha disposto l’autopsia e ha restituito il corpo ai familiari per poter fissare i funerali. La giovane vittima si chiamava Khadija Abid: a quanto ricostruito, era arrivata da pochissimi giorni nel Reggiano, dove vivono la madre e altri parenti, dopo qualche tempo trascorso in Francia. Con il compagno avevano trovato alloggio nella casa di campagna a Cadelbosco Sopra.

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