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Ramadan, dentro la Moschea di Torino: “Qui preghiamo ed educhiamo alla cittadinanza attiva”

La Moschea Taiba di Aurora è la più frequentata di tutto il Piemonte. Qui l’Imam Said racconta il suo lavoro quotidiano di supporto religioso ma anche la sua funzione all’interno di una rete sociale più ampia all’interno della quale la Moschea svolge un ruolo fondamentale di presidio sul territorio, anche per intercettare i migranti di recente arrivo che altrimenti si troverebbero soli. “L’Imam è la sua Moschea” racconta Said Ait El Jide, arrivato in Italia nel 2004 e dal 2006 punto di riferimento di un quartiere complesso come Aurora, uno dei più multietnici e giovani della città.
A cura di Gianluca Orrù
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Said Ait El Jide è un uomo gentile e sua moglie gli dice sempre che il kaftan azzurro, la tunica che indossa durante le funzioni religiose, è quello che gli sta meglio. Da quasi vent'anni è l'Imam della Moschea Taiba, al centro del quartiere Aurora, costituita nel 2006 sotto l'egida dell'Associazione Islamica delle Alpi e che funge da punto di riferimento per i tantissimi fedeli musulmani che risiedono in questa zona.

Imam Said Ait El Jide, Moschea Taiba di Aurora, Torino.
Imam Said Ait El Jide, Moschea Taiba di Aurora, Torino.

"Aurora è un quartiere difficile – spiega l'Imam Said – in cui ci sono problemi di integrazione, problemi di ghettizzazione, problemi di delinquenza. Per questo la Moschea non è soltanto un luogo di culto e di adorazione, ma anche un luogo di incontro che ha una funzione sociale educativa a servizio di tutta la città di Torino".

È vietato entrare in Moschea con le scarpe.
È vietato entrare in Moschea con le scarpe.

Durante il Ramadan, cominciato la sera del 22 marzo e che si concluderà la sera del 20 aprile, ai fedeli musulmani "viene fatto divieto di consumare cibo, acqua, di fumare sigarette e di astenersi dai rapporti intimi – racconta l'Imam – ma questo è soltanto il primo livello. Il secondo livello è quello di purificare i 5 sensi dalla negatività e dai cattivi sentimenti e in ultimo, il livello del vero devoto, di purificarsi totalmente dal male e dalle cattive azioni. Il Ramadan è il mese più sacro di tutti, il significato della parola è ‘calore cocente', ed è il periodo dell'anno, il nono mese del calendario islamico, in cui si ricorda di quando, nel 610 dopo cristo, l'Arcangelo Gabriele apparve a Maometto per rivelargli il Corano, il testo sacro dell'Islam, 114 capitoli che i fedeli musulmani considerano la parola diretta di Dio, Allah".

I pasti sono un momento sociale fondamentale durante il Ramadan e solitamente si consumano insieme. C'è il Muhoor, che è il pasto del mattino prima dell'alba, che precede la prima preghiera ed è solitamente consumato in famiglia, e l'Iftar, la rottura del digiuno serale dopo il tramonto, un pasto più comunitario.

Brahim Baya, Associazione Islamica delle Alpi e Yalla Aurora.
Brahim Baya, Associazione Islamica delle Alpi e Yalla Aurora.

"Le attività della Moschea e delle associazioni collegate – spiega Brahim Baya, Associazione Islamica delle Alpi – sono un presidio per il territorio. Nel mese del Ramadan la Moschea organizza ogni sera l'Iftar, la rottura del digiuno serale, offrendo un pasto in Moschea a 360 persone. È in moschea che i migranti di fresco arrivo possono trovare informazioni, notizie su come affittare un luogo in cui stare, un lavoro, aiuto per le prime necessità. L'immigrazione qui non è un'emergenza ma una realtà costante da molti anni".

L'Iftar, la rottura del digiuno serale. Durante il Ramadan la moschea offre 360 pasti al giorno.
L'Iftar, la rottura del digiuno serale. Durante il Ramadan la moschea offre 360 pasti al giorno.

A fianco alla Moschea nel 2022 è stato inaugurato Yalla Aurora, un centro di protagonismo per i giovani del territorio di fede islamica, ma aperto a tutti. Qui vengono organizzati incontri, presentazioni, è aperto uno sportello sociale per dare informazioni sui servizi della città a chi ne ha bisogno e che colma il gap linguistico di chi ancora non parla l'italiano. Per tre volte alla settimana i bambini delle elementari e medie vengono qui, Yalla Aurora è a fianco alla Moschea Taiba, per fare il doposcuola, per farsi aiutare nei compiti, così come le sale sono a disposizione per studenti di livello più elevato. C'è anche una sala giochi: "La sala più ambita – racconta Brahim – qui abbiamo anche un televisore per guardare insieme le partite del Marocco, che ci sta dando molte soddisfazioni".

Fatima Omari, Yalla Aurora.
Fatima Omari, Yalla Aurora.

"Siamo sia Italiani che Marocchini – spiega Fatima Omari, una dei giovani che animano il centro Yalla Aurora – a volte siamo più Marocchini che Italiani, a volte più Italiani che Marocchini. Penso che questa nostra doppia identità sia un una ricchezza per noi". Fatima ha guidato un incontro di approfondimento sull'Islam tra i giovani che gravitano intorno a Yalla Aurora e l'Imam Said.

Un momento della preghiera serale, con oltre 350 fedeli.
Un momento della preghiera serale, con oltre 350 fedeli.

Said Ait El Jide, quando è arrivato dal Marocco nel 2004, è venuto in Italia per cercare "una vita migliore dal punto di vista economico", ma non si aspettava che sarebbe stato nominato Imam di una Moschea a Torino. "In Marocco – racconta – gli Imam vengono nominati dallo Stato. Qui in Italia, ma anche in Europa, i musulmani non sono la maggioranza della popolazione, così gli Imam vengono nominati dalle comunità dei fedeli. Io sono stato nominato per la mia conoscenza del Corano, che ho imparato a memoria all'età di 12 anni. Adesso tengo i miei sermoni sia in arabo che in italiano".

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