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Puglia, paura sulle spiagge del Salento: aghi di siringhe nascosti sotto la sabbia

Una domenica al mare trasformata in ore di ansia per due persone in Salento. Prima un giovane che domenica mattina si è punto il piede con l’ago di una siringa abbandonata sulla spiaggia di Torre Chianca, marina di Lecce, poi una signora di 50enne protagonista di un episodio analogo sulla spiaggia di Torre Specchia Ruggeri.
A cura di Biagio Chiariello
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Punti in spiaggia dall’ago di una siringa: è la disavventura capitata in due diversi punti delle spiagge salentine ad altrettanti malcapitati bagnanti. La prima è occorsa ad un giovane leccese, che ora sarà costretto ad eseguire una serie di accertamenti per scongiurare di avere contratto malattie. I fatti nella serata di ieri 25 luglio nella zona della spiaggia libera a Torre Chianca, una delle marine di Lecce, nei pressi dello stabilimento balneare “Maluha Bay Beach”, assai frequentata anche da famiglie con bambini al seguito. Il ragazzo è stato costretto a fare ricorso alle cure del pronto soccorso. In mattinata si è già sottoposto alle analisi per scongiurare la contrazione di malattie infettive, tra cui l’Hiv. Ore di ansie e paure causate dall'indolenza e dal mancato rispetto dell'ambiente altrui, che si spera possano diventare per il malcapitato bagnante soltanto un brutto ricordo.

Un episodio simile è quello che ha visto protagonista una signora di 50 anni che, sempre nella giornata di ieri, si è punta con una siringa per l’insulina, abbandonata sulla spiaggia di Torre Specchia Ruggeri. La donna si è poi rivolta alla guardia medica di San Foca, dove si erano già rivolti altri due bagnanti sempre per lo stesso problema: punture di siringhe gettate sulle spiagge.

Cosa fare in questi casi

In caso di ritrovo di una siringa incustodita, le Aziende Sanitarie consigliano di rivolgersi al Pronto Soccorso. E’ importante portare, quando possibile, con sé l’ago e la siringa con cui ci si è feriti perché i sanitari, sulla base dello stato in cui risulta essere l’ago, la siringa o l’oggetto appuntito, seguono due procedure diverse. Nel caso in cui l’oggetto appaia logorato dal tempo, poiché è rimasto in evidente contatto con gli agenti atmosferici per più giorni, la situazione non desta preoccupazione quanto alla possibilità di contrarre virus gravi (Epatite B, C, Hiv). Le medicazioni e le cure del Pronto Soccorso saranno quindi sufficienti ad esaurire il problema. Nel caso in cui, invece, la siringa non risulti consumata dalla salsedine ed è evidente che sia stata utilizzata e abbandonata da poco, occorre tutelarsi contro il rischio di contrarre l’Epatite C (per la B di solito c’è la vaccinazione) e il virus Hiv. Si tratta di un rischio comunque basso, limitato allo 0,1% dei casi anche se nella siringa si riscontra la presenza di sangue.

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