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Psicosi meningite in Veneto dopo la morte di Marco, era stato in 2 discoteche: caccia ai contatti

Dopo la morte di Marco Innocenti, il 22enne di Castelfranco Veneto ucciso da una meningite da meningococco fulminante, è caccia ai contatti del giovane, che pochi giorni prima della manifestazione dei sintomi era stato nelle discoteche Max Max di Caerano San Marco e la Capannina di Jesolo. La Usl 2 trevigiana ha lanciato un appello a farsi avanti.
A cura di Ida Artiaco
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È ancora sotto choc la comunità di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, per la morte improvvisa di Marco Innocenti: il 22enne è deceduto lo scorso 25 marzo a causa di una meningite da meningococco che lo ha ucciso nel giro di tre giorni. Il ragazzo aveva infatti manifestato i primi sintomi mercoledì scorso, 23 marzo, tra cui febbricola, cefalea, forte stanchezza, vomito, che sono poi peggiorati nelle ore successive. La notte seguente la situazione è peggiorata, così è stato portato al pronto soccorso di Castelfranco, dove però non è stato possibile fare nulla per lui. Una vera e propria tragedia, che ora sta mandando in psicosi centinaia di giovani che, come scrive Il Gazzettino, si sono recati al pronto soccorso per farsi controllare.

Marco, infatti, qualche giorno prima di cominciare a sentirsi male, era andato in due discoteche della zona. Non solo dunque è stata attivata la profilassi per 35 contatti stretti del ragazzo, ma molti giovani che lo scorso venerdì 19 marzo avevano partecipato ad una serata al Max Max di Caerano San Marco, organizzata per festeggiare i 100 giorni che mancano all'esame di Maturità, si sono recati al pronto soccorso per un monitoraggio dopo che la Usl 2 trevigiana ha lanciato un appello a farsi avanti e a fare un passaggio con il proprio medico di famiglia per essere totalmente tranquilli. L’indagine epidemiologica si concentra anche su coloro che erano presenti a la Capannina di Jesolo fra il 18 e il 20 marzo.

"I nostri collaboratori si stanno muovendo bene con il tracciamento, abbiamo già coinvolto anche i medici di base e allertato i pronto soccorso – ha spiegato il direttore generale Francesco Benazzi -. Chi ha avuto contatti stretti con il paziente chiami il proprio medico per iniziare il protocollo. Ma chi ha tenuto la distanza non ha bisogno di sottoporsi alla profilassi". Benazzi, infatti, ha anche voluto rassicurare sul fatto che "non basta essere stati nello stesso luogo" per potersi ammalare. "Non tutti i frequentatori dei locali dovranno sottoporsi alla profilassi, non è necessario. Riguarda solo i contatti stretti e cioè conviventi, persone che hanno dormito nella stessa casa, direttamente esposte al suo respiro, con contatti ravvicinati e prolungati".

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