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Prefetto arrestato “incastrata” dalla polizia: imprenditrice con banconote false ha fatto da esca

Paola Galeone, 58enne prefetto di Cosenza finita ai domiciliari, è stata denunciata dall’imprenditrice Cinzia Falcone, che era stata contattata perché emettesse una fattura fittizia di 1220 euro. La fattura sarebbe servita a giustificare l’utilizzo di alcuni fondi rimasti a disposizione del Prefetto e che poi sarebbero stati spartiti tra le due donne. Ma Falcone si è rivolta alla polizia e l’incontro è stato filmato.
A cura di Susanna Picone
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Il prefetto di Cosenza Paola Galeone è stata arrestata il 2 gennaio con l'accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità. A carico di Galeone, cinquantotto anni, la Squadra mobile di Cosenza ha eseguito una misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica. Al prefetto viene contestato l'articolo 319 quater del Codice penale. Ieri in una nota la Procura della Repubblica di Cosenza ha fatto sapere di aver disposto una serie di riscontri, “operati con prontezza e particolare professionalità dalla Squadra mobile”, che hanno positivamente confermato l'ipotesi di accusa. Tutto è iniziato con la denuncia presentata alla Squadra mobile da un privato cittadino, l'imprenditrice Cinzia Falcone, che ha praticamente fatto da esca per incastrare Galeone.

Il Prefetto aveva chiesto una fattura falsa all'imprenditrice

Il reato contestato al prefetto è stato commesso tra il 23 ed il 28 dicembre scorsi. Galeone è accusata di aver indotto l’imprenditrice, titolare di una scuola di inglese locale, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell'associazione Animed, a fare una fattura falsa da 1220 euro per sfruttare un fondo della Prefettura per le spese di rappresentanza. Erano infatti rimasti circa un migliaio di euro, che la prefettura avrebbe dovuto restituire al ministero dell’Interno e Galeone aveva deciso di incassare personalmente. E all’imprenditrice aveva proposto di dividere poi quei soldi, 700 euro a lei e 500 a Falcone. “Cinzia, tu hai sostenuto dei costi…io ho un fondo di rappresentanza in cui residuano 1200 euro…ho pensato che se tu mi fai una fattura da 1200 euro, 500 te li tieni tu e la differenza la giri a me”, le avrebbe testualmente promesso dopo essere rimasta da sola con lei in ufficio. Quest’ultima però ha deciso di denunciarla.

La consegna del denaro documentata in video dalla polizia

Falcone dunque ha solo finto di accettare la proposta del prefetto e il 23 dicembre si è presentata in Questura per denunciare tutto. Subito sono partite le indagini e gli investigatori della Mobile hanno organizzato insieme all’imprenditrice lo scambio in modo da poter documentare tutto. Con un messaggio concordato con gli agenti, Falcone ha fatto sapere al prefetto di aver predisposto la fattura, ottenendo tra l’altro questa risposta da lei: “Io ti stimo tanto e faremo tanta strada insieme”. Per la consegna del denaro l’appuntamento è stato fissato il 28 dicembre scorso in un bar del centro ma nella busta destinata a Galeone sono finite fotocopie di banconote. Galeone, ricevuta la somma, ha voluto restituire 100 euro perché a suo dire era giusto ripartire l’importo da 1200 a metà: “Comprati i biscotti”, avrebbe detto all’imprenditrice imbarazzata e agitata, invitandola tra l’altro a stare calma con l’espressione “stai calma, respira”. L’intera conversazione è stata registrata e le telecamere piazzate dalla Mobile hanno filmato lo scambio. Quando poi Galeone è uscita dal bar sono intervenuti gli investigatori, che nella sua borsa hanno trovato la busta con le finte banconote. Le indagini intanto continuano: il sospetto è che non si sia trattato di un singolo episodio.

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