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Precipita da un silos a 10 metri d’altezza, operaio di 47 anni muore sul colpo a Rovigo

Tragedia sul lavoro nel Rodigino: un operaio di 47 anni è morto precipitando da un silos alto dieci metri alla Cooperativa Produttori di Mais di San Martino di Venezze. Inutili i soccorsi. È la seconda morte sul lavoro in Polesine in una settimana, riacceso l’allarme sicurezza.
A cura di Biagio Chiariello
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

Ancora una tragedia sul lavoro, un’altra vittima che si aggiunge all’elenco infinito delle cosiddette “morti bianche”. Un operaio di 47 anni ha perso la vita nel pomeriggio del 4 novembre, precipitando da un silos da un’altezza di circa dieci metri. L’incidente è avvenuto tra San Martino di Venezze e Mardimago, nel Rodigino, all’interno di un’azienda della Cooperativa Produttori di Mais di San Martino, in via Madonnina 370.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo stava lavorando sulla sommità della struttura quando, per cause ancora da accertare, ha perso l’equilibrio cadendo nel vuoto. L’impatto è stato fatale. Sul posto sono immediatamente intervenuti i soccorritori del Suem 118, i carabinieri e i tecnici dello Spisal, l’ufficio che si occupa di sicurezza sui luoghi di lavoro e che, in casi come questo, assume funzioni di polizia giudiziaria. Nonostante i tentativi di rianimazione, per l’operaio non c’è stato nulla da fare.

Gli inquirenti stanno ora lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente e verificare il rispetto delle norme di sicurezza. Il decesso dell’uomo richiama alla memoria altri tragici episodi simili, come quello di Marius Viorel Bochis, l’operaio 41enne morto a marzo a Pontelagorino (Ferrara) dopo una caduta analoga da un silos di dieci metri.

La Uil Veneto ha diffuso una nota di cordoglio e denuncia, attraverso le parole del segretario generale Roberto Toigo: “Un’altra caduta dall’alto, una delle cause più frequenti di morte sul lavoro nel 2025. Nonostante controlli, protocolli e campagne di sensibilizzazione, la catena di infortuni continua a spezzare vite. Serve un cambio di passo: la fretta e il profitto non possono valere più della sicurezza. Bisogna fermarsi quando si percepisce il pericolo e mettere la vita al primo posto”.

Quella di oggi è la seconda morte sul lavoro nel Polesine in meno di una settimana. Solo pochi giorni fa, il 29enne Luca Domenicale, operaio di Taglio di Po, era rimasto schiacciato da un macchinario all’interno di un’azienda di prefabbricati. Due tragedie a distanza di pochi giorni che riaccendono il dibattito sull’urgenza di misure più efficaci per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, in una regione dove — nonostante i controlli — la scia di sangue non accenna a fermarsi.

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