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Porcia, 15enne ucciso sulla ciclabile da soldatessa Usa, testimone: “Auto a zig zag dalla discoteca”

L’auto della soldatessa statunitense che ha travolto e ucciso il 15enne Giovanni Zanier a Porcia sbandava ben prima dell’incidente. A raccontarlo una testimone.
A cura di Chiara Ammendola
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Giovanni Zanier e l'auto che lo ha travolto
Giovanni Zanier e l'auto che lo ha travolto

L'auto guidata dalla 20enne Julia Bravo è stata vista sbandare e procedere a zig zag ben prima dell'incidente mortale in cui è rimasto ucciso il 15enne Giovanni Zanier. La giovane alla guida, risultata positiva all'alcoltest, aveva difficoltà a guidare, evidentemente a causa dell'elevato tasso di alcol nel sangue, sin da quando ha lasciato il parcheggio della discoteca dove aveva trascorso la serata.

A raccontarlo è una testimone chiave che ha assistito all'investimento del giovane, ucciso in sella sua bici mentre percorreva la pista ciclabile di Porcia: “Già dal parcheggio – spiega la testimone citata da Il Gazzettino – avevo capito che qualcosa non andava. Non riusciva nemmeno ad accendere l’auto, le si è spenta due o tre volte prima di partire”. Secondo la donna, che ha riferito quanto ha visto alle forze dell'ordine che stanno indagando sulla vicenda, la soldatessa statunitense procedeva a zig zag con la sua vettura come se "non avesse il pieno controllo del mezzo".

Un'andatura che ha preoccupato non poco la donna, che alla discoteca “Papi” di Roveredo in Piano era andata a prendere la figlia, che ha così deciso di allontanarsi da quell'auto proprio per timore di un incidente, che poi si è verificato poco dopo: “Un centinaio di metri prima della rotatoria – spiega la donna – ha compiuto un’accelerazione improvvisa e immotivata. Ha preso velocità, ha colpito la rotatoria sul cordolo e ha buttato giù tutto quello che incontrava”. In quel momento sulla pista ciclabile si trovava anche Giovanni, in compagnia di alcuni amici, che hanno immediatamente capito la gravità della situazione chiedendo alla donna di chiamare i soccorsi.

Il 15enne era ancora vivo quando sono sopraggiunti i mezzi del 118 ma purtroppo non c'è stato nulla da fare per lui: troppo gravi le ferite riportate nello schianto, mentre la soldatessa 20enne scesa dall'auto dopo l'incidente provava a capire cosa fosse successo. “Sembrava fredda, inconsapevole. Forse sopraffatta anche dallo choc – prosegue la donna – si è seduta al lato della strada, chiedeva continuamente scusa ma non sembrava davvero aver capito cosa avesse combinato”.

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