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Ponte Morandi, “corroso il 99% dei cavi nello strallo che ha causato il crollo”

Prosegue l’incidente probatorio sulle cause del crollo del viadotto di Genova (14 agosto 2018, 43 morti). All’interno del reperto 132, il segmento di tirante che si spezzò per primo “era corroso il 99% dei cavi (5 trefoli su 464)” hanno detto i periti nominati dal giudice. Le udienze continueranno nei prossimi giorni.
A cura di Biagio Chiariello
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Appena cinque trefoli su 464, ovvero l’1,07%, non erano corrosi all’interno del reperto 132, il segmento di tirante che si spezzò per primo causando il crollo del Ponte Morandi. Gli altri avevano diversi gradi di corrosione. A dirlo non è stata la Procura di Genova, ma i periti del Gip nel corso dell'udienza sull'incidente probatorio sulle cause del cedimento del viadotto (14 agosto 2018, 43 morti), ripreso oggi. Per “trefolo” si intende precisamente l’elemento costitutivo del tirante in acciaio, formato da un insieme di fili (trefoli appunto) ritorti uno sull’altro. Il dato di oggi certifica quello che resta la base su cui si fonda l'accusa, cioè le mancate manutenzioni al viadotto da parte di Autostrade per l’Italia, che aveva in concessione l’infrastruttura.

Già nella prima perizia, quella che inquadrava lo stato del viadotto al momento della tragedia, era emerso che il 68% dei trefoli del gruppo primario (quello che garantisce la stabilità dell'infrastruttura) e l'85% di quelli secondari avevano una riduzione di sezione tra il 50 e il 100 per cento. Una corrosione dovuta ai difetti di esecuzione del progetto. Con le dovute manutenzioni, secondo i periti, il Ponte Morandi non sarebbe crollato. Peraltro la causa dell'ammaloramento sta – anche – in un difetto di costruzione, aspetto sul quale puntano i legali degli indagati di Autostrade e della società gemella Spea.

Secondo quanto scritto dagli esperti "non sono stati individuati fattori indipendenti dallo stato di manutenzione e conservazione del ponte che possano avere concorso a determinare il crollo. Se gli interventi manutentivi fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell'evento".

Dopo la loro esposizione, i legali degli indagati potranno chiedere chiarimenti. Le persone indagate, tra ex vertici di Aspi e dirigenti di Spea e del ministero, sono accusate a vario titolo di omicidio colposo plurimo, crollo doloso, falso, attentato alla sicurezza dei trasporti.

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